“Volevo essere Madame Bovary”, il nuovo romanzo di Anilda Ibrahimi

Stato Donna, 22 giugno 2022. “Con Skerd si sente come una appena salvata dal precipizio, a cui manca da morire la vista del dirupo”. È Hera, e Skerd è l’amante. È Hera Mercuri, che parte, che sfugge, che torna (si rifugia?) nel suo Paese – “fazzoletto sporco”, citando Cortàzar attraverso suo padre. Volevo essere Madame Bovary (Einaudi, 2022) segna il ritorno di Anilda Ibrahimi, una delle scrittrici più autentiche del panorama nazionale, apprezzatissima in città grazie ai suoi precedenti romanzi, su tutti Rosso come una sposa e L’amore e gli stracci del tempo.

Venerdì 24 giugno, ore 19, l’autrice italo-albanese presenta il suo nuovo romanzo in Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia, inaugurando la versione estiva di Fuori gli Autori, rassegna letteraria organizzata insieme con la libreria Ubik. L’appuntamento, inoltre, avrà luogo nella nuova location della Terrazza all’aperto del Polo Biblio-Museale di Viale Michelangelo 1, il quale di fatto si apre ufficialmente agli eventi culturali in esterna. A presentare Anilda Ibrahimi, di ritorno in Capitanata a distanza di diversi anni, il direttore artistico della libreria, Michele Trecca, e la direttrice della Biblioteca, Gabriella Berardi.

Hera- questa in sintesi la trama-  torna a casa dopo tanti anni, per una fuga d’amore. Chissà cosa direbbero le sue antenate, ora che anche lei ha fatto una brutta fine come Emma Bovary: l’uomo con cui viaggia parla la sua stessa lingua ma non è suo marito. Skerd le fa sentire di nuovo che la bellezza è un rischio, il desiderio una provocazione, le donne seducenti come lei una minaccia. Certo, appartenere a qualcuno può sembrare rassicurante, ma presto si mostra per ciò che è davvero: una gabbia. E da quella gabbia, anche se dentro non si sta poi cosí male, Hera dovrà fuggire ancora una volta, come tanto tempo prima. Un’educazione sentimentale ironica e intelligente, capace di rovesciare molti stereotipi su ciò che crediamo di sapere delle donne.

Con la sua voce essenziale e un umorismo piú tagliente che mai, Anilda Ibrahimi ha scritto un romanzo sulle insidie dell’appartenenza e della memoria, sui modelli femminili da incarnare e ribaltare, sull’importanza di rimanere fedeli a ciò che siamo diventati quando il tempo insiste per riportarci indietro. Anilda Ibrahimi è nata a Valona nel 1972. Ha studiato letteratura a Tirana. Nel 1994 ha lasciato l’Albania, trasferendosi prima in Svizzera e poi, dal 1997, in Italia.

Il suo primo romanzo Rosso come una sposa è uscito presso Einaudi nel 2008 e ha vinto i premi Edoardo Kihlgren – Città di Milano, Corrado Alvaro, Città di Penne, Giuseppe Antonio Arena. Per Einaudi ha pubblicato anche L’amore e gli stracci del tempo (2009 e 2011, di cui sono stati opzionati i diritti cinematografici, premio Paralup della Fondazione Nuto Revelli). I suoi romanzi sono tradotti in sei Paesi Nel 2012 ha pubblicato, sempre per Einaudi, Non c’è dolcezza e, nel 2017, Il tuo nome è una promessa.

 

Redazione

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