Nostra signora la castagna, in Puglia aumento del 15% nel raccolto

Stato Donna, 1 ottobre 2022. Tornano le castagne pugliesi con un raccolto stimato in crescita del 15% rispetto allo scorso anno, con il clima pazzo di agosto che dopo la siccità ha portato piogge anche torrenziali nelle aree vocate, come sul Gargano. È quanto emerge dal monitoraggio effettuato dalla Coldiretti Puglia, che stima una produzione regionale superiore ai 9mila quintali di ottima qualità per il frutto simbolo dell’autunno.

“Si tratta di un ritorno atteso di un prodotto molto gradito dai consumatori – aggiunge Coldiretti Puglia – che è a rischio di estinzione in Puglia anche per la presenza del cinipide galligeno del castagno proveniente dalla Cina. Contro questa minaccia è stata avviata una capillare guerra biologica, così come la difesa contro il mal dell’inchiostro“.

Carpino, Ischitella e Cagnano, nel basso Salento tra Supersano, Alessano e ai Paduli, sulla Murgia, strappati a fatica ai virus alieni e al mal dell’inchiostro, afferma Coldiretti Puglia, sulla base del monitoraggio della produzione in Puglia dell’albero del pane, il castagno.

“A pesare – sottolinea Coldiretti Puglia – sono stati, oltre al clima, gli attacchi del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) proveniente dalla Cina, che da anni infesta i boschi provocando nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni. Il mal dell’inchiostro, invece, è una malattia provocata dall’agente patogeno Phythophthora cambivora – spiega Coldiretti Puglia – ovvero un fungo appartenetene alla classe degli Oomycetes che provoca danni visibili dalle macchie necrotiche che hanno una caratteristica forma a “lingua di fuoco”.

“Si resta ancora lontani – sottolinea la Coldiretti – dai fasti produttivi del passato per quello che Giovanni Pascoli chiamava “l’italico albero del pane”, simbolo dell’autunno nei libri scolastici di molteplici generazioni di giovani scolari. Basti ricordare che nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829 milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era pari a 55 milioni di chili”

Le castagne sono consumate dall’uomo fin da tempi immemorabili, ne parla per primo lo storico greco Senofonte, vissuto tra il 430 e il 355 A. C, che definisce il castagno “l’albero del pane”, poi nel 40 a.c. Marziale. Di castagne parla ancora Virgilio (il quale suggerisce d’innestare il castagno sul faggio) che le ricorda cucinate con il latte e mangiate con il formaggio. Per secoli un vero alimento, o un obbligato surrogato, grazie alle castagne, tante comunità rurali hanno potuto fronteggiare carestie, crisi economiche. Poi un lento abbandono con lo spopolamento delle aree interne della nostra penisola.

“Il rischio è quello di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. Ancora peggiore è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate”.

Se non si vuole comunque correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. “Meglio allora frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica o quelle sagre che si potranno svolgere in questi giorni dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne“.

Un patrimonio che continua a essere presente nelle tradizioni alimentari autunnali degli italiani da consumare – conclude la Coldiretti – in diversi modi: arrosto (dopo averle incise sul lato bombato metterle in una padella di ferro con il fondo forato e cuocerle o sul fuoco vivo o in forno per circa 30 minuti, dopo la cottura si consiglia di avvolgerle in un canovaccio umido); lesse (dopo averle lavate accuratamente, cuocerle in abbondante acqua salata per circa 40 minuti); cotte in latte e zucchero; usate per particolari ripieni, nella preparazione di primi piatti o elaborati secondi a base di carne.

 

Redazione

Recent Posts

Condominio, “Abolite le spese”: passata la legge, non cacciate più un euro | L’amministratore non può dire A

Le spese di condominio ti assalgono? Ci sarebbe una strategia per evitarle secondo voci di…

17 minuti ago

TV, guardala bene: sul lato c’è una ‘porta segreta’ | Ti permette di entrare in un mondo a costo zero

La TV nasconde un segreto davanti ai tuoi occhi. Come sfruttare subito tutte le funzioni?…

2 ore ago

TARI, “chi è nato quest’anno non lo paga più”: controllate subito, non dovete più cacciare un euro

Negli ultimi anni, si è assistito a un’evoluzione silenziosa ma significativa nel modo in cui…

7 ore ago

Pasta Coop, quando saprai chi la produce dovrai sederti: si tratta del gigante | Pensavi fosse un’aziendina qualunque, ma non è così

La pasta Coop nasconderebbe un segreto che lascerebbe tutti senza parole. Scopri ora di cosa…

15 ore ago

“Non voglio insetti in casa mia”, allora tieni 500 euro: ti paga la Meloni per questo

Nuovi bonus sarebbero in arrivo per evitare che gli insetti infestano casa tua in estate.…

18 ore ago