Orta Nova, Festa della B.V.M. Addolorata: il senso profondo delle celebrazioni

Statoquotidiano.it, 15 settembre 2024. Orta Nova – Ricorre oggi nel comune capofila dei Cinque Reali Siti la celebrazione e il ricordo di Maria Madre Addolorata, presso la parrocchia a questa intitolata.

Ripercorriamo insieme il senso profondo della denominazione di Addolorata attribuita a Maria Madre di Dio che esercita ancora fascino sia  presso le persone semplici animate dalla fede che presso persone di cultura che amano indagare il significato delle cose.

La Madonna Addolorata ha il cuore trafitto da sette spade perché sette furono i suoi più grandi dolori: la profezia del vecchio Simeone, la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù a 12 anni, il suo viaggio al Golgota, la crocifissione, la deposizione dalla croce e la sepoltura.
La venerazione per l’Addolorata si mantiene viva nel popolo cristiano per tre ragioni: la prima è rappresentata dall’esperienza del dolore che si rinnova nell’esistenza di ciascuno; la seconda è alimentata dalla consapevolezza che il progresso ha alleviato molte forme di dolore, ma sembra impotente ad estirparlo dalla vicenda umana; la terza è l’attrazione che la maternità di Maria, soprattutto nel momento in cui condivide il dolore del mondo, esercita sull’intero popolo di Dio: donne e uomini, giovani e vecchi.
La Chiesa ci invita a rivolgere lo sguardo verso gli ultimi momenti della vita del Signore, durante i quali volle affidarsi alla compagnia di sua Madre.
È una scena che, vista da una prospettiva semplicemente umana, potrebbe sembrare desolante: un condannato sul punto di morire, alla presenza della sua stessa madre.

E invece la fede illumina questo quadro e ci aiuta a vedere che, al di là delle ombre, vi sono alcuni punti di luce. Noi stessi osiamo esclamare addirittura: «Beata la Vergine Maria, perché senza morire meritò, sotto la Croce, la palma del martirio».

Perché possiamo dire che la Madonna fu beata stando accanto alla Croce di suo figlio?

Naturalmente questo non lo si capisce se non alla luce della Pasqua del Signore. Il martirio interiore di santa Maria, tutto quel dolore reale, fu superato da una partecipazione speciale, totale, alla gioia della risurrezione di Gesù.

Contemplare i dolori della Madonna ricorda che, in Cristo, la sofferenza non ha l’ultima parola: la possiamo sempre associare a qualcosa di più grande, all’opera di salvezza di tutti.

San Josemaría, immaginando l’incontro di Gesù con sua Madre sulla via del Calvario, esclama: «Maria guarda Gesù con immenso amore e Gesù guarda sua Madre; i loro occhi si incontrano, ciascuno dei due cuori versa nell’altro il proprio dolore».

La Madonna prende su di sé la sofferenza del Figlio come per scaricarlo del suo dolore.

L’arte di tutti i secoli ha conservato per la nostra memoria le lacrime che la Madonna sparse ai piedi della Croce. Ma quelle lacrime di Maria «sono state trasformate dalla grazia di Cristo, come tutta la sua vita, tutto il suo essere, tutto in Maria è trasfigurato nella perfetta unione con il Figlio, con il suo mistero di salvezza.
Per questo le lacrime della Madonna sono un segno della compassione di Dio che ci perdona sempre; sono un segno del dolore di Cristo per i nostri peccati, per il male che affligge l’umanità, specialmente i piccoli e gli innocenti>>.

Anche nella nostra vita incontriamo croci, grandi e piccole.
La Vergine Addolorata ci ricorda che non siamo mai soli nel momento della prova.
Ella adempie l’incarico che ricevette dalle labbra di Gesù prima di morire ed esercita la sua protezione materna su ognuno di noi. Possiamo essere certi che c’è sempre qualcuno che non rimane indifferente al nostro dolore e si unisce sinceramente a noi. In santa Maria troviamo consolazione e forza.


La festa di oggi invita tutti a riempire di compassione anche il proprio cuore. Non si può restare indifferenti davanti al dolore di Maria: «Chi può trattenersi dal pianto davanti alla Madre di Cristo in tanto tormento?».

Queste parole dello Stabat Mater cercano di spingerci alla conversione. Siamo scossi alla vista delle sofferenze della madre dell’Uomo ingiustamente castigato.
Alla vista delle conseguenze del male nella società, noi cristiani siamo chiamati a non passare alla larga, ma ad accoglierle con il medesimo cuore della Madonna.

Daniela Iannuzzi

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