Arte

Marina Abramović: la grande retrospettiva a Zurigo esplora la body-art

La retrospettiva a Zurigo celebra l’arte di Marina Abramović, icona della body-art. Come funziona quest’arte?

Marina Abramović, pioniera della performance art, torna a far parlare di sé con una grande retrospettiva al Kunsthaus di Zurigo. La mostra, la prima di tale portata in Svizzera, ripercorre la sua carriera, dagli esordi alle opere più recenti.

L’esposizione si concentra in particolare sulla body-art, una forma d’arte in cui il corpo dell’artista diventa strumento di espressione e di indagine sui limiti fisici e psichici.

Con video, fotografie, sculture, disegni e performance dal vivo, la retrospettiva offre uno sguardo completo sull’universo creativo di Abramović, un’artista che ha saputo sfidare le convenzioni e il pubblico stesso.

La mostra è un’occasione unica per conoscere da vicino l’opera di un’artista che ha segnato la storia dell’arte contemporanea. Così apre a nuove prospettive sull’uso del corpo come linguaggio artistico.

La mostra

La retrospettiva include alcune delle performance più celebri di Marina Abramović, come “Imponderabilia” (1977), realizzata insieme al compagno Ulay, in cui i visitatori erano invitati a passare dai loro corpi nudi, e “The Artist is Present” (2010), in cui l’artista, seduta a un tavolo, interagiva con il pubblico con lo sguardo. Queste performance estreme e provocatorie, hanno esplorato temi come il dolore, la vulnerabilità, la relazione tra artista e spettatore.

La retrospettiva di Marina Abramović al Kunsthaus di Zurigo è la prima mostra completa dedicata all’artista serba in Svizzera. La mostra si concentra principalmente sulla body art. Come racconta la stessa Abramović, il suo percorso artistico è iniziato con la pittura, ma ben presto ha capito che la performance era il suo vero mezzo di comunicazione. La mostra approfondisce le metodologie del suo lavoro, che si sviluppano con l’interazione delle diverse espressioni di “arte immateriale“.

Marina Abramović mostra (screenshot ArtandtheCities – Storia dell’arte e viaggi/YouTube) – www.statodonna.it

Le performance

Abramović mette in scena la sua vulnerabilità e il suo corpo come strumento e materia di comunicazione artistica, sfidando le convenzioni sulla percezione del dolore, della sofferenza, del tempo e dello spazio. Il “metodo Abramović” è caratterizzato dall’esplorazione dei limiti fisici e psicologici dell’artista, che cerca di creare un’esperienza totale e coinvolgente con il pubblico, che diventa parte attiva dell’arte stessa. Le performance a lunga durata sono esperienze radicali che vanno oltre la semplice osservazione estetica e che inducono i partecipanti a confrontarsi con i limiti.

Come spiega la stessa Abramović, “Imponderabilia” è una porta del museo, con i corpi degli artisti a simboleggiare l’accesso a un mondo altro. L’artista esplora gli spazi fisici tra uomo e donna. La mostra include anche “oggetti transitori”, come l’installazione “Counting the Rice”, che invitano il pubblico a riflettere sullo stato mentale e fisico. L’opera “Portal”, invece, è un'”installazione luminosa che simboleggia il passaggio tra mondi diversi, tra luce e oscurità, coscienza e inconscio, invitando il pubblico a interagire con la natura e con sé stesso. La notizia arriva da IlSole24Ore.

Annarita Faggioni

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