“Non bevete dal rubinetto”: chi non lo sapeva è finito male | C’è l’acqua contaminata in queste città

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Bere acqua rubinetto finito male acqua contaminata questa città

E' sbagliato bere acqua dal rubinetto qui - StatoDonna.it (DepositPhoto)

Ora non dovrete più bere l’acqua dal rubinetto. Tutti coloro che non lo sapevano sono finiti male: quest’acqua è contaminata e non poco.

Sempre più persone scelgono di bere acqua del rubinetto per motivi legati all’ambiente e alla sostenibilità. L’acqua imbottigliata, sebbene comoda, ha un impatto ambientale significativo dovuto alla produzione e allo smaltimento della plastica, oltre al trasporto. Bere dal rubinetto consente di ridurre drasticamente il consumo di bottiglie usa e getta.

In questa maniera è stata ridotto l’inquinamento da plastica e le emissioni di CO2 legate alla logistica. Questo cambiamento nelle abitudini quotidiane riflette una maggiore consapevolezza ecologica da parte dei consumatori. Un altro motivo chiave è di natura economica. L’acqua del rubinetto costa molto meno rispetto a quella in bottiglia.

Secondo i dati di Altroconsumo, in Italia un litro di acqua in bottiglia può costare fino a mille volte di più rispetto a un litro d’acqua del rubinetto. C’è poi un fattore legato alla qualità e alla sicurezza. In molti paesi, inclusa l’Italia, l’acqua del rubinetto è soggetta a controlli molto rigorosi da parte degli enti sanitari locali.

Le analisi avvengono con frequenza regolare e i dati sono spesso accessibili online, fornendo garanzie sulla potabilità e la salubrità dell’acqua. In alcune città però la situazione è differente ed a rivelarlo ci ha pensato una ricerca di QuiFinanza sui nuovi limiti del Pfas.

Bere acqua dal rubinetto non è sempre sicura, in queste città è contaminata: i dati

Il tema della contaminazione dell’acqua potabile da Pfas è tornato prepotentemente al centro del dibattito pubblico italiano. Il 13 marzo 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che fissa nuovi limiti per la presenza di queste sostanze nell’acqua potabile. Si tratta di un passo significativo per la tutela della salute pubblica, considerando che finora in Italia mancavano regolamentazioni specifiche su molecole come il Tfa.

Il testo è stato da poco presentato al Parlamento e prevede un’azione più incisiva rispetto a precedenti mozioni, giudicate troppo vaghe dalle associazioni ambientaliste. La spinta decisiva per l’adozione del decreto è arrivata dall’indagine “Acque senza veleni” di Greenpeace Italia, pubblicata a gennaio 2025, che ha messo in luce una diffusione capillare dei Pfas in quasi tutte le regioni italiane.

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Il comune incriminato per l’acqua contaminata – StatoDonna.it (DepositPhoto)

Acqua dal rubinetto, cambiano i parametri: cosa bisogna sapere

Queste sostanze, definite “inquinanti eterni” per la loro capacità di resistere alla degradazione ambientale, sono state associate a problemi endocrini, tumori e danni al sistema immunitario. In base al nuovo testo, il limite massimo per la somma di quattro Pfas considerati più pericolosi (Pfoa, Pfos, Pfna e Pfhxs) sarà di 20 nanogrammi per litro.

I dati raccolti da Greenpeace rivelano che le regioni con l’acqua potabile più contaminata sono Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Liguria, dove in alcuni casi tutti i campioni analizzati risultano positivi ai Pfas. Le città maggiormente colpite includono Milano (zona Via Padova), Arezzo, Perugia, Arzignano e Ferrara. A preoccupare non è solo la presenza diffusa di inquinanti, ma anche l’assenza di un piano organico di bonifica delle reti idriche.