Ultim’ora lavoro, “2 anni di ‘ferie’ per tutti: se rientri in questa lista puoi chiederli oggi stesso | La svolta è arrivata

Uomo in ferie a casa (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Una lunga pausa dal lavoro retribuita è possibile: fino a due anni di congedo per chi rientra in queste condizioni.
Quando si parla di ferie, spesso si pensa a qualche settimana d’estate, magari ad agosto, tra mare e relax. Ma quanti lavoratori riescono davvero a staccare come si deve? Trovare il modo di prendersi una pausa lunga — e ben pagata — sembra quasi un sogno, specie per chi ha responsabilità anche fuori dall’ufficio.
Il lavoro chiama, la vita personale pure. E quando entrambe le cose diventano troppo, non ci sono ferie che bastino. Certo, esistono permessi, congedi, richieste speciali… ma diciamocelo: sono spesso complicati da ottenere, pieni di burocrazia e in molti nemmeno sanno di avere certi diritti. Figuriamoci se si tratta di fermarsi per mesi.
Eppure, in mezzo a tutta questa confusione, esistono delle eccezioni. Strade meno conosciute, a volte poco pubblicizzate, ma che possono cambiare radicalmente le cose. Non parliamo solo di giorni da usare qua e là, ma di un’opportunità concreta di fermarsi per davvero, per un periodo lungo.
Immagina di avere due anni (sì, proprio due) senza perdere lo stipendio. Senza dover mollare il lavoro. Non è una vacanza nel senso classico, certo, ma per molti rappresenta l’unica chance per respirare un po’. O per dare una mano a chi ne ha bisogno.
Cosa serve per accedere
Questa possibilità esiste, eccome. Ed è prevista dalla Legge 151/2001, precisamente dall’articolo 42. Si chiama congedo straordinario, ed è destinato ai lavoratori — pubblici o privati — che devono assistere un familiare con disabilità grave. Si può restare a casa fino a due anni, ricevendo una retribuzione piena e mantenendo anche i contributi pensionistici.
Attenzione però: non è per tutti. Uno dei paletti principali è la convivenza con la persona disabile. Significa che chi assiste deve vivere sotto lo stesso tetto (o quasi) della persona da curare. In pratica, bisogna avere la stessa residenza o abitare nello stesso stabile. C’è anche un’eccezione, eh: per i genitori che assistono figli disabili, la convivenza non è obbligatoria. Per tutti gli altri, invece, questo requisito è fondamentale. Ma c’è un modo per “aggirare” il problema ed è quello della dimora temporanea. Ma come funziona?

Come funziona e perché può essere la chiave
Se non vivi con il familiare da assistere, non è detto che tu debba cambiare residenza in modo definitivo. Puoi richiedere una dimora temporanea, iscrivendoti nei Registri della Popolazione Temporanea del Comune in cui vive il disabile. Basta fare domanda all’anagrafe, specificare dove abiterai e spiegare il motivo — cioè, che stai per fare richiesta del congedo.
Questo ti permette di rispettare il requisito della coabitazione senza trasferirti ufficialmente. Ma occhio: la dimora temporanea dura massimo 12 mesi. Dopo un anno, se hai ancora bisogno del congedo, dovrai per forza spostare la residenza.