Ultim’ora, Italia spaccata in due: da Roma in su si chiama IR e giù si chiamerà IP | Fondato il Regno delle due Italie

Italia spaccata in due (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Italia più divisa che mai: il solco tra Nord e Sud si allarga ancora e la frattura diventa praticamente concreta.
Che l’Italia sia un Paese “a due velocità” non è certo una novità. È un’espressione che abbiamo sentito e risentito, fin dai banchi di scuola. Nord e Sud si guardano da sempre come due mondi paralleli, separati da abitudini, dialetti, ritmi diversi… e anche aspettative di vita molto differenti.
Da un lato, città dinamiche, industrializzate, fitte di infrastrutture. Dall’altro, territori più lenti, spesso trascurati, dove i servizi pubblici arrancano e le occasioni sembrano sempre fare più di un passo indietro.
Col tempo, questa frattura non si è ricucita, anzi. È diventata più marcata. Il benessere si distribuisce in modo diseguale, e chi nasce in una provincia del Nord ha, di fatto, un ventaglio di possibilità molto più ampio.
Più lavoro, stipendi migliori, assistenza più efficace. A Sud? C’è talento, c’è energia, ma spesso manca la rete che lo sostiene. E così il gap si allarga. In effetti, se ci si ferma un momento a leggere i dati si capisce subito come le distanze siano diventate strutturali.
Divario che si sente
Al Nord si lavora di più, e meglio. La produttività è alta, le imprese crescono e i salari… beh, i salari sono più pesanti. Nel Meridione, invece, nonostante gli sforzi, si resta un passo indietro. Meno opportunità, meno investimenti, e alla fine meno soldi in busta.
E la gente lo sente, eccome se lo sente. Non è solo una questione di numeri su un foglio Excel. È la percezione quotidiana di essere tagliati fuori. Di vivere in una parte d’Italia che, per certi versi, sembra esclusa dal resto. Non è solo rabbia o delusione: è quasi un senso di rassegnazione che cresce, e che negli ultimi tempi sta portando a qualcosa di più concreto.

I numeri parlano chiaro, e non fanno sconti
Nel 2023, secondo quanto riportato da Il Messaggero tramite i dati della Cgia di Mestre, al Nord si guadagnavano in media 104 euro lordi al giorno. Al Sud? Appena 77 euro. Un divario del 35%. Non poco. Anche la produttività racconta la stessa storia: il Nord è avanti del 34%.
E se si guarda alle città, Milano è irraggiungibile con i suoi 34.343 euro lordi all’anno. Dietro, ma sempre al Nord, ci sono Monza, Parma, Modena… Bologna. Tutte realtà che corrono veloci. Al Sud invece, si fatica. A Vibo Valentia, i lavoratori portano a casa solo 13.388 euro l’anno. Una cifra che fa riflettere — e parecchio. Ad oggi, è impossibile non considerare il nostro paese diviso in due: un’Italia ricca e un’Italia povera.