Sorpresa, busta paga più alta: da giugno a dicembre vi riprendete tutto quello che è vostro | Iniziate pure a fare i salti di gioia

Sorpresa per tutti gli italiani in busta paga - StatoDonna.it (DepositPhoto)
Spunta la sorpresa per gli italiani, con la busta paga che diventa più alta. Da giugno a dicembre vi riprendete tutto: cosa accadrà.
La busta paga è quel documento che riflette mensilmente la retribuzione del lavoratore ma può subire delle variazioni per diverse ragioni. Una delle principali è legata alla quantità di ore effettivamente lavorate. Infatti ad esempio un dipendente che fa straordinari è in grado di prendere ferie o assenze per malattia che influenzeranno però l’importo netto e lordo della loro retribuzione.
Un altro motivo di variazione può derivare dai contributi previdenziali e dalle imposte. Le trattenute fiscali possono variare in base al reddito complessivo, al numero di giorni lavorati, a eventuali detrazioni per familiari a carico o bonus fiscali. Inoltre cambiamenti nella normativa fiscale o contributiva, come aggiornamenti IRPEF o modifiche alle aliquote INPS possono modificare l’ammontare del netto.
In certi casi la variazione può dipendere da premi aziendali, incentivi, tredicesime o quattordicesime, che vengono erogati solo in determinati periodi dell’anno. Anche eventuali rimborsi spese, buoni pasto o indennità di trasferta possono incidere positivamente sul valore della busta paga.
Anche la tipologia contrattuale ed i rinnovi del contratto collettivo nazionale di lavoro, possono determinare delle variazioni. Un rinnovo contrattuale può comportare aumenti di stipendio, nuovi benefit o modifiche nella struttura delle voci retributive. Ora è possibile però ricevere la buona notizia in vista di giugno.
Busta paga, grande sorpresa a giugno: come funzionerà
Molti lavoratori si accorgono che lo stipendio versato sul conto è inferiore rispetto alla cifra indicata nel contratto. Questo accade perché il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, trattiene una parte dell’importo lordo per versarlo direttamente allo Stato sotto forma di tasse e contributi previdenziali.
Si tratta di un meccanismo automatico previsto dalla normativa italiana che garantisce il corretto versamento delle imposte, evitando ai lavoratori di doverle pagare autonomamente. La differenza tra stipendio lordo e netto, quindi, non è casuale, ma frutto di un sistema strutturato.

Aumenti in busta paga, da giugno la novità: cosa bisogna sapere
Dallo scorso anno l’Irpef è stata semplificata grazie alla riduzione delle aliquote da quattro a tre. Ora si applica il 23% per i redditi fino a 28.000 euro, il 35% per quelli compresi tra 28.000 e 50.000 euro e il 43% per chi guadagna oltre questa soglia. A questi importi si sommano le addizionali regionali e comunali, che variano a seconda della zona di residenza. Anche i contributi Inps e Inail pesano sulla busta paga: quelli pensionistici, ad esempio, oscillano tra il 5,84% e il 9,49% per il lavoratore, mentre la quota restante viene pagata dal datore di lavoro.
Esistono però strumenti legali per aumentare il netto in busta paga come le detrazioni fiscali. Presentando la dichiarazione dei redditi è possibile ridurre l’importo delle imposte da versare. Le detrazioni per lavoro dipendente sono calcolate in base al reddito e possono arrivare fino a 1.955 euro per chi guadagna meno di 15.000 euro l’anno. Superata la soglia dei 50.000 euro, però, il beneficio si azzera, come previsto dal decreto legislativo 216/2023. Inoltre, per redditi tra 25.000 e 35.000 euro, è previsto un incremento fisso di 65 euro.