“Cerchiamo 530mila lavoratori”, che aspettate a mandare il curriculum | Poi non dite che in Italia non c’è lavoro

Lavoratori felici (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Mezzo milione di posti vacanti e le aziende non trovano personale, qualcosa non torna: il quadro della situazione.
Parliamoci chiaro: ogni volta che si apre un dibattito sul lavoro in Italia, il tono non è mai dei più sereni. C’è chi parla di crisi infinita, chi invoca la fuga all’estero e chi invece è ancora lì, a caccia della famosa “occasione giusta”. Eppure, dietro questa narrazione quasi rassegnata, si muove una realtà più… boh, sorprendente? Sì, diciamo sorprendente.
Perché le aziende, in effetti, i lavoratori li stanno cercando. Eccome se li cercano. Il problema però è che spesso – anzi, molto spesso – non li trovano. Non perché non esistano, ma perché c’è un gigantesco disallineamento tra chi offre lavoro e chi lo cerca. Come se parlassero due lingue diverse, senza interpreti.
Il paradosso è proprio qui: posti disponibili ce ne sono, pure tanti, ma non coincidono con i profili delle persone che cercano un impiego. Tipo un puzzle con pezzi simili ma che non combaciano mai del tutto. A complicare tutto, ci si mettono poi la formazione che non tiene il passo, le aspettative forse troppo alte (da entrambe le parti) e qualche cliché duro a morire.
Così succede che le imprese restano senza personale mentre i disoccupati restano… disoccupati. Una situazione che ha del surreale, ma che è tutt’altro che rara. Allora la domanda è: chi sta sbagliando? Oppure no, aspetta, meglio: chi sta cercando chi?
Domanda alta, ma risposte poche
Secondo quanto racconta il bollettino Excelsior – riportato da Open e realizzato da Unioncamere con il Ministero del Lavoro e un po’ di soldi europei – a maggio le imprese italiane hanno messo sul piatto più di 528mila posti di lavoro. Il problema? Quasi la metà (precisamente il 47%) rischia di restare vuota. Sì, hai letto bene: quasi 250mila posizioni difficili da coprire.
Le ragioni? Le solite: mancano le competenze giuste, soprattutto nei settori tecnici e specializzati. Tutti introvabili, quasi fossero creature mitologiche. A trainare le offerte ci pensano la meccatronica, l’agroalimentare, l’edilizia e la metallurgia, mentre nel mondo dei servizi vanno fortissimo il turismo e l’assistenza alla persona. In totale, per il trimestre maggio-luglio si parla di 1,7 milioni di assunzioni previste. Ma quali sono i profili più ricercati?

Dove si cercano davvero lavoratori
I profili più ricercati – e anche più difficili da trovare – sono quelli degli operai specializzati, manutentori, ingegneri e una lunga lista di tecnici. In certi settori, tipo quello industriale, il mismatch tra offerta e domanda supera il 70%. E non va meglio nei servizi sanitari o nel commercio, dove pure servono persone qualificate, ma… niente da fare.
La maggior parte delle offerte arriva con contratti a termine (circa il 62%), mentre solo il 16,8% è a tempo indeterminato. Ah, e una fetta delle assunzioni è pensata per lavoratori stranieri, specie nel trasporto e nel supporto alle imprese. Le zone più in affanno? Il Nord Est comanda con quasi il 50% di difficoltà nel reperire personale, seguito a ruota da Nord Ovest e Centro.