Ultim’ora lavoro, “280 euro in più in busta paga e meno ore di lavoro”: confermata la legge epocale

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Lavoratore felice con soldi (Depositphotos foto) - www.statodonna.it

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Aumenti, meno ore e soprattutto più diritti: firmato il nuovo contratto per migliaia di lavoratori in queste categorie. 

In questo periodo, parlare di lavoro vuol dire toccare un argomento che riguarda praticamente tutti. Le cose stanno cambiando a una velocità impressionante e, nel mezzo di questa corsa, c’è chi aspetta risposte concrete. Ecco perché, ogni volta che si sente parlare di nuove regole o accordi che riguardano i lavoratori, l’attenzione si alza all’istante.

Da un lato ci sono le imprese, che cercano di restare a galla tra crisi, innovazioni tecnologiche e richieste sempre più complesse. Dall’altro, i dipendenti che chiedono semplicemente di essere trattati con giustizia. E magari anche di avere un po’ più di tempo per sé, per la famiglia, per vivere — perché no? — con meno stress.

Le aspettative non mancano: qualcuno spera in stipendi più alti, altri vogliono più tempo libero, altri ancora vogliono sentirsi più tutelati. Intanto, i sindacati fanno il loro mestiere, portando avanti trattative che spesso durano mesi. O anche di più, in certi casi. E mentre si aspetta, la tensione cresce.

C’è chi dice che certi accordi servano da esempio anche per altri settori. In effetti, quando si arriva a firmare qualcosa di importante, il messaggio è chiaro: si può fare. Si può migliorare. Si può cambiare rotta, anche dopo tanta attesa.

Nuovo contratto nazionale cambia orari, stipendi e diritti

E infatti, dopo più di un anno di attesa il 28 maggio è arrivata una firma importante, come riporta tuttolavoro24.it: quella sul nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, valido fino al 2028. Lo hanno firmato Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil insieme a Unionalimentari Confapi, e riguarda circa 40.000 persone che lavorano nel settore alimentare delle piccole e medie industrie.

Tra le novità più forti c’è l’aumento dello stipendio — fino a 280 euro in più, a regime, divisi in quattro tappe che partono da giugno 2025. Ma non è solo una questione di soldi: ci sono anche più ore di permesso retribuito, e la possibilità (tramite accordi aziendali) di ridurre le ore lavorative, specialmente quando ci sono investimenti tecnologici che cambiano l’organizzazione interna. Ah, e cresce anche la quota versata nel fondo pensione Fondapi, che passa all’1,5%. Ma non finisce qui.

Portafogli con soldi (Pixabay foto) - www.statodonna.it
Portafogli con soldi (Pixabay foto) – www.statodonna.it

Più certezze, meno contratti precari

Un altro punto che fa davvero la differenza è il taglio netto alla precarietà. La percentuale massima di contratti a termine, in somministrazione o in staff leasing scende dal 50% al 25% rispetto al totale dei dipendenti. In pratica, più contratti stabili e meno incertezza.

Poi ci sono più congedi per i genitori che accompagnano i figli all’asilo o a scuola, e ore retribuite per chi deve assistere i propri genitori anziani. E ancora, tutele specifiche per le donne vittime di violenza. Non manca l’attenzione al tema dell’inclusione e della sicurezza: viene rafforzata la parte del contratto dedicata a pari opportunità, salute e formazione. Un passo avanti — anzi, più d’uno.