Crioconservazione degli ovociti in Puglia: un sostegno concreto alla fertilità femminile

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La Regione finanzia la crioconservazione degli ovociti per fini sociali: chi può beneficiarne, come funziona la procedura e perché è una scelta sempre più diffusa

In un’epoca in cui le scelte riproduttive sono sempre più condizionate da fattori economici, lavorativi e sociali, la Regione Puglia, come riportato da La Repubblica, introduce una misura concreta per supportare le donne che decidono di posticipare la maternità. Il nuovo contributo economico per il social freezing, pari a 3.000 euro, rappresenta un passo significativo verso la tutela della fertilità e del diritto alla genitorialità.

L’iniziativa si rivolge a donne tra i 27 e i 37 anni, residenti in Puglia da almeno un anno e con un ISEE inferiore a 30.000 euro. Una misura che non ha precedenti sul territorio italiano e che mette al centro una tecnologia medica avanzata per finalità non terapeutiche, ma di natura sociale e personale.

Che cos’è il social freezing e perché sempre più donne lo scelgono

Il social freezing, ovvero la crioconservazione degli ovociti per motivi non medici, consente alle donne di preservare la propria fertilità in previsione di una gravidanza futura. A differenza della conservazione dei gameti in contesti oncologici o terapeutici, questa scelta risponde a esigenze legate a tempi personali, professionali o relazionali.

Dal punto di vista biologico, con l’avanzare dell’età la qualità e quantità degli ovociti tende a diminuire. Congelarli quando si è giovani, idealmente prima dei 35 anni, consente di disporre in futuro di gameti più sani, aumentando le possibilità di successo nei percorsi di procreazione medicalmente assistita (PMA).

Negli ultimi anni, si è osservato un graduale incremento delle richieste di social freezing in Italia. Un cambiamento culturale che riflette la crescente consapevolezza delle donne rispetto alla propria salute riproduttiva, ma anche le difficoltà economiche e sociali che spesso rendono complicata una gravidanza in giovane età.

Scelte di carriera, instabilità lavorativa, ricerca di un partner stabile o semplicemente la volontà di attendere il momento giusto sono tra i principali motivi che spingono a posticipare la maternità. Il social freezing si inserisce così come strumento di libertà riproduttiva, offrendo alle donne una chance in più per conciliare aspirazioni personali e biologiche.

Come funziona il congelamento degli ovociti: il percorso clinico

Il processo di crioconservazione inizia con una stimolazione ormonale, volta a favorire la produzione multipla di ovociti. Nei giorni successivi, gli ovociti vengono prelevati tramite un ago sottile, guidato da ecografia transvaginale, in anestesia locale o leggera sedazione.

Una volta raccolti, gli ovociti maturi vengono congelati attraverso una tecnica chiamata vitrificazione, che consente di ridurre al minimo la formazione di cristalli di ghiaccio e garantisce alte probabilità di sopravvivenza al momento dello scongelamento.

Gli ovociti così conservati vengono mantenuti a temperature bassissime, in azoto liquido (-196°C), all’interno di centri specializzati in PMA. La loro durata di conservazione può estendersi anche oltre dieci anni, mantenendo intatte le potenzialità riproduttive originarie.

La procedura, benché tecnicamente consolidata e sicura, può non essere priva di effetti collaterali temporanei, come gonfiore addominale o variazioni dell’umore. Tuttavia, i tassi di complicanze gravi restano estremamente bassi.

L’iniziativa della Regione Puglia: criteri di accesso e obiettivi

Il bando aperto dalla Regione Puglia mira a sostenere economicamente le donne che scelgono il social freezing, offrendo un rimborso fino a 3.000 euro per una sola procedura. L’iniziativa si propone di contrastare il calo demografico e promuovere l’equità nell’accesso a tecniche di conservazione della fertilità.

Per accedere al contributo è necessario rivolgersi a un centro di PMA (pubblico o privato) accreditato dal Ministero della Salute e iscritto nel registro nazionale. I centri devono essere almeno di II livello e in grado di offrire la crioconservazione dei gameti femminili.

Il modulo di richiesta è disponibile sul sito ufficiale della Regione Puglia e potrà essere presentato entro il 3 luglio 2025. Le richieste saranno valutate in base all’ordine di arrivo e alla disponibilità delle risorse.

Questa politica rappresenta un caso unico in Italia, seppur già sperimentato in alcuni contesti internazionali, come Israele e alcune aree degli Stati Uniti, dove il freezing sociale è supportato anche da aziende private nell’ambito dei benefit per le dipendenti.

Ripensare il tempo della genitorialità in chiave biotecnologica

La proposta pugliese apre una riflessione più ampia sul significato della genitorialità nel XXI secolo. La tecnologia, in questo contesto, non agisce come un semplice mezzo, ma diventa parte integrante di un cambiamento culturale che ridefinisce tempi e modalità della procreazione.

Offrire strumenti come il social freezing, soprattutto in un quadro di sostegno pubblico, significa riconoscere il valore delle scelte riproduttive individuali e investire nel futuro demografico di una regione spesso colpita da fenomeni di spopolamento giovanile.

Non si tratta solo di preservare la fertilità biologica, ma di valorizzare la progettualità delle donne e garantire che essa non venga sacrificata a causa di contingenze lavorative o sociali. La crioconservazione diventa così un diritto, non un lusso.

Nel contesto delle trasformazioni sociali e del progresso biotecnologico, iniziative come quella pugliese indicano una direzione possibile: quella di una sanità pubblica che ascolta i bisogni della popolazione e risponde con strumenti innovativi e inclusivi.