Ultim’ora, Confermato il Bonus Resto a Casa: vi danno 1.000 euro per restare sul divano tutto il giorno

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stai a casa e ti pagano

Stai comodamente a casa (canva.com) - www.statodonna.it

Non si tratta di una burla: a molti lavoratori italiani giunge un aiuto sorprendente. Scopriamo di cosa si tratta!

Mentre l’estate si avvicina e molte persone immaginano le ferie, una notizia potrebbe sembrare un’invenzione, ma è reale: c’è un incentivo destinato a chi, per ragioni lavorative, si trova a rimanere comodamente a casa.

Non è una donazione senza vincoli, bensì un supporto pratico e ben definito per chi, rispetto al lavoro, attraversa un periodo di cambiamento.

Il contributo può arrivare fino a 1. 000 euro e, sebbene il termine “Resto a Casa” sia più suggestivo che ufficiale, rappresenta effettivamente un aiuto finanziario utile.

Questo bonus, se richiesto nei tempi giusti e con la documentazione corretta, può risultare utile per affrontare un momento particolare.

Un sostegno utile

Il bonus SaR (ovvero Sostegno al Reddito), talvolta denominato anche bonus per disoccupati, è stato ideato per lavoratori che in precedenza avevano contratti di somministrazione, siano essi a tempo determinato o indeterminato, inclusi i contratti di apprendistato. Il requisito principale per accedere al bonus è essere disoccupati da almeno 45 giorni e avere raggiunto un certo numero di giorni lavorativi negli ultimi 12 mesi.

Più nel dettaglio, coloro che hanno accumulato almeno 110 giornate lavorative (o 440 ore per chi lavora part-time verticale, misto o con contratti MOG) hanno diritto a un massimo di 1. 000 euro lordi; questo importo scende a 780 euro nel caso si abbiano almeno 90 giorni di lavoro (o 360 ore). Esiste anche un terzo scenario per i lavoratori che hanno completato la procedura in Mancanza di Occasioni di Lavoro (MOL), sempre a condizione di avere un minimo di 45 giorni di disoccupazione.

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Per chi ha i contratti di somministrazione (canva.com) – www.statodonna.it

Una misura non automatica

Il contributo non è automatico, così come evidenzia il blog di Bonus SX: la domanda deve essere effettuata online attraverso la piattaforma FTWeb di Forma.temp, allegando vari documenti. Tra questi ci sono carta d’identità, codice fiscale, estratto contributivo INPS aggiornato, buste paga (inclusa quella di cessazione), eventuali certificati di malattia, maternità o infortunio, e IBAN. Se si è presentata anche la richiesta per NASpI, questa deve essere inclusa; le richieste possono essere effettuate solo tra il 106° e il 173° giorno successivo alla conclusione dell’ultimo contratto di somministrazione.

Tuttavia, nel caso di stipulazione di nuovi contratti di lavoro brevi, il conteggio viene sospeso e riavviato, estendendo dunque il termine per la presentazione della domanda fino a un massimo di 180 giorni. Chi necessita di aiuto può contattare gli sportelli sindacali di categoria come Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp, o direttamente attraverso la sezione di assistenza della piattaforma FTWeb. Se la domanda viene rifiutata, è possibile presentare ricorso tramite PEC entro 60 giorni dalla notifica dell’esito.