Ultim’ora lavoro, approvato il Superbonus Stress: se siete esausti il vostro capo è obbligato a pagarvi

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Bonus stress

Se sei stressato al lavoro potresti chiedere un aiuto al tuo datore di lavoro. Scopri ora come funziona! (Canva/Pixabay) - statodonna.it

Se sei stressato al lavoro potresti chiedere un aiuto al tuo datore di lavoro. Scopri ora come funziona e come fare!

Immagina un mondo dove lo stress lavorativo è una condizione riconosciuta che potrebbe portarti a un aiuto. Parliamo di un bonus per chi si sente esausto, un sostegno per alleggerire il peso di giornate interminabili. Sembra una chimera, un sogno per molti, ma la possibilità potrebbe essere reale.

Il tuo capo potrebbe essere obbligato a pagarti perché sei stressato? L’idea potrebbe sollevare speranze in chi ogni giorno combatte contro ritmi frenetici e un ambiente lavorativo difficile. L’esaurimento sul lavoro è una realtà tangibile per troppe persone.

In tanti sognano un riconoscimento tangibile per il disagio, una misura che trasforma la comprensione in azione. L’ipotetico bonus sarebbe una svolta, un segnale che il benessere dei dipendenti è al centro dell’attenzione. Cosa c’è di vero dietro le suggestioni che circolano?

L’idea di un bonus per lo stress è accattivante, ma dobbiamo distinguere tra desideri e realtà normative. Ora ti sveliamo cosa prevede veramente la legge e quali tutele esistono per i lavoratori in un contesto stressante.

Come funziona

Non c’è un bonus o a un indennizzo automatico per chi si sente stanco o esausto. Parliamo di un problema che rientra nella tutela della tua salute psicofisica e delle responsabilità del datore di lavoro.

La questione è stata messa in luce da una sentenza della Corte di Cassazione. La decisione offre linee guida chiare per tutte le aziende, aiutandole a evitare potenziali controversie legali che potrebbero concludersi con un risarcimento danni a loro carico. Cosa hanno stabilito i giudici?

Lavoro senza stress
Lavorare senza stress (Canva Foto) – statodonna.it

La decisione

La sentenza della Cassazione ha confermato una precedente condanna per danno alla salute inflitta a un direttore generale di un’ASL. Il caso riguardava una riorganizzazione che avrebbe portato alla chiusura dell’ufficio legale interno, una decisione che ha rivelato un clima di forte conflitto nelle relazioni professionali. La Cassazione ha spiegato che il direttore generale ha contribuito al mantenimento di un ambiente tossico con la sua inerzia e negligenza, invece di intervenire per ripristinare l’ordine e la serenità tra i colleghi. La condotta è stata qualificata come straining, una forma attenuata di mobbing.

La sentenza chiarisce che il tuo datore di lavoro ha il dovere di tutelare la tua salute fisica e mentale. Se l’ambiente lavorativo diventa tossico, pieno di conflitti o di provocazioni, e il tuo capo non fa nulla per migliorare la situazione, potrebbe essere ritenuto responsabile per i danni alla tua salute. Vale anche se non c’è un’intenzione di perseguitarti (come nel mobbing), ma una sua passività. La notizia arriva da QuiFinanza.