“Non vi vogliamo, vi lasciamo al confine”: la località più ambita dagli italiani ha chiuso le porte | Non potete più visitarla

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Stop no access

Sbarrato tutto? (depositphotos.com) - www.statodonna.it

Quando la bellezza deve essere protetta ad ogni costo: le località più ambita in Italia e un’ardua sfida per un turismo sostenibile. 

Certi posti restano impressi nella mente, come sogni ad occhi aperti, ideali per fuggire dalla routine e da segnare subito in agenda non appena iniziano le vacanze.

Ogni anno, questi luoghi si riempiono di desideri, viaggi e aspettative. Ma cosa accade se una meta tanto ambita decide di “sbarrare” le porte al turismo?

In un’epoca in cui viaggiare sembra un diritto acquisito, alcune comunità scelgono di erigere barriere simboliche per proteggere sé stesse, i propri spazi e la propria identità.

Che si tratti di una decisione sorprendente e spiazzante, ma che riapre il dibattito sui limiti e sulla sostenibilità dei flussi turistici? Cerchiamo di capirci di più.

Numeri da record…

L’estate del 2025 si preannuncia come un’annata da record per il turismo in Italia. Da una ricerca di Jetcost.it, riproposta da SkyTg 24, emerge che un notevole 77% degli italiani ha in programma una vacanza, con il 63% che predilige destinazioni nazionali. Sardegna, Sicilia, Puglia e le montagne del Nord si confermano come le mete più ambite. Tuttavia, anche quest’anno, non sono mancate le sorprese. Tra le destinazioni più gettonate, spiccano anche alcune mete internazionali insolite, come il Principato di Monaco, Madeira, le Azzorre e persino l’Alabama.

Tra le scelte più apprezzate, tre località italiane in particolare sono state inserite nella prestigiosa lista del New York Times delle 52 mete estive: Milano, le Dolomiti e la Sicilia dei sentieri in bicicletta. Tuttavia, proprio una delle protagoniste di questa classifica ha suscitato scalpore: le Dolomiti, e non solo per la loro bellezza.

Dolomiti veduta
Chiudere le porte? (depositphotos.com) – www.statodonna.it

…Ma a che prezzo?

Secondo quanto riportato dal portale online Open nel 2024 alcuni attivisti avevano manifestato in questi luoghi, lasciando delle scritte di color rosso sangue che lamentavano l’eccessiva presenza di turismo nel territorio, provocando non poca inquietudine tra i residenti e i pochi capitati che erano passati per quelle zone. Questo segnale forte e simbolico si inserisce in una più ampia riflessione internazionale sulla sostenibilità del turismo.

Se luoghi iconici come il cammino di Santiago o le spiagge thailandesi, ad esempio, hanno già dovuto affrontare problemi simili, anche in Italia cresce l’urgenza di ripensare l’accoglienza. Per le Dolomiti, non si tratta di chiudere, ma di trovare un equilibrio tra natura, residenti e visitatori. E quindi, in un’estate dove tutto sembra possibile, ci giunge una lezione inaspettata dalla montagna: non tutto può essere sempre disponibile, non ogni luogo è sempre pronto ad accoglierci. E forse, imparare a rispettare i confini, anche quelli invisibili, è il primo passo per viaggiare davvero, al di là delle classifiche.