Whatsapp, 18.000 euro di multa a chi scrive questa parola: dovete fare attenzione, non ci sono eccezioni

Nel mirino! (canva.com) - www.statodonna.it
Attenzione: una sentenza potrebbe costare cara, basta una chat su WhatsApp per rischiare sanzioni pesanti. Ecco cosa non fare.
Viviamo in un’era dove i messaggi volano via rapidi sugli schermi dei nostri telefoni, ma le ripercussioni di quelle parole possono farsi sentire a lungo.
Se un tempo le chiacchiere rimanevano private, ora rischiano di finire come prove in tribunale. In un’era dove tutto è tracciabile ed impugnabile, tutto ha un valore.
Il confine tra ciò che è personale e ciò che può essere usato legalmente si assottiglia, soprattutto quando di mezzo ci sono soldi e lavoro.
In questo contesto, persino un semplice scambio su WhatsApp può valere un bel gruzzolo. L’app di messaggistica è ormai sempre di più uno strumento legale, e questo caso ne è la riprova.
Le nuove indagini
Stando a quanto riporta Ecoblog, una recente decisione della Corte di Cassazione, precisamente del 18 gennaio 2025, ha stabilito che i messaggi WhatsApp possono essere ammessi come prove nei processi, soprattutto in quelli per evasione fiscale: la sentenza prevede multe che arrivano fino a 18. 000 euro, nel caso in cui emergano indizi di attività economiche non dichiarate o illecite. Tradotto in pratica, significa che conversazioni in cui si parla di pagamenti “in nero”, transazioni non registrate o accordi di lavoro irregolari possono essere considerate prove, valide sia in ambito civile che penale.
Anche solo menzionare fatture false o documenti truccati può bastare a far scattare un’indagine da parte dell’Agenzia delle Entrate. Secondo Eco Blog, questa nuova linea della giurisprudenza dimostra un cambio di rotta nella lotta all’evasione: le autorità italiane, sempre più attente al digitale, si stanno adoperando sempre di più le chat per stanare chi cerca di imbrogliare il fisco.

Tutto è tracciabile
Le indagini possono includere screenshot, backup delle chat e persino il recupero di messaggi cancellati. Anche se WhatsApp offre la crittografia end-to-end, non è immune al controllo della giustizia: le forze dell’ordine possono accedere ai dispositivi o ai backup nel cloud grazie ad un mandato. Ciò significa che la privacy non è garantita, soprattutto quando si sospetta un’evasione fiscale, secondo la fonte.
Gli esperti raccomandano prudenza: evitate di parlare di questioni di lavoro o economiche poco chiare via chat, usate canali ufficiali per le comunicazioni professionali e, soprattutto, non date per scontato che una chiacchierata informale non possa trasformarsi in qualcosa di serio, essendo tutto recuperabile digitalmente. Sulla base di quanto letto, dunque, se ricevete un avviso o un accertamento, è essenziale consultare un avvocato specializzato in diritto tributario: un consiglio forse ovvio ma giusto, che può fare la differenza tra una multa salata e una soluzione più semplice.