Ultim’ora, pensione anticipata per tutti: “Bastano 25 anni e…” | Passata la ‘legge’

Pensione anticipata 25 anni (Canva foto) - www.statodonna.it
Nuove soglie contributive e uscite flessibili: cambiano le regole per chi vuole lasciare il lavoro prima, ora bastano 25 anni.
Per decenni, l’idea di pensionamento in Italia è stata legata a un’età anagrafica precisa, quasi intoccabile. Ma negli ultimi anni l’attenzione si è spostata sempre più sui contributi versati, diventati spesso il vero ago della bilancia per poter smettere di lavorare.
Se da un lato alcune categorie riescono ad accedere al trattamento previdenziale già a 63 anni, dall’altro ci sono ancora milioni di persone che devono fare i conti con i limiti imposti da vecchie regole.
Oggi è possibile pensare alla pensione anche con carriere discontinue o parziali. Ci sono casi in cui bastano 5 anni di contributi per ottenere un trattamento economico nella terza età, seppur con requisiti molto rigidi. E altri in cui chi ha lavorato a lungo può smettere anche prima dei 67 anni, con formule flessibili cucite su misura. Questo mosaico complesso ha portato molti a chiedersi: “Qual è davvero il minimo richiesto per uscire dal lavoro?”
Come sottolineato da Money, le combinazioni contributive sono tante e variano anche in base alla decorrenza dei versamenti. Si passa da chi ha avuto accesso al sistema prima del 1996 a chi è entrato dopo, dai lavoratori precoci ai caregiver, da chi ha versato saltuariamente a chi ha carriere continuative. In mezzo, una quantità crescente di norme e deroghe che rendono il panorama previdenziale italiano articolato ma anche pieno di opportunità.
Nuovi scenari per chi ha lavorato a lungo
Tra le diverse possibilità, emerge una soglia che suscita particolare attenzione: 25 anni di contributi. Per chi rientra nel regime contributivo puro, cioè ha iniziato a versare dopo il 1° gennaio 1996, questa soglia apre le porte alla pensione anticipata. Non si tratta di una possibilità per tutti, ma di un’opzione riservata a chi ha anche compiuto i 64 anni e maturato un importo previdenziale minimo, pari a tre volte l’Assegno sociale.
Questa formula permette di andare in pensione ben tre anni prima rispetto alla soglia ordinaria dei 67. Per alcune lavoratrici, l’importo minimo richiesto si riduce: 2,8 volte per chi ha un figlio, 2,6 per chi ne ha almeno due. Si tratta, quindi, di una possibilità concreta per chi ha avuto una carriera stabile e vuole anticipare l’uscita dal lavoro, pur restando dentro parametri contributivi solidi.

La soglia minima e tutte le varianti
Non esiste una legge approvata che consenta a “tutti” di andare in pensione con 25 anni di contributi, come lascerebbe intendere il titolo. La soglia dei 25 anni riguarda esclusivamente i contributivi puri e si inserisce in un sistema già esistente, che non rappresenta una novità legislativa assoluta. L’accesso alla pensione resta legato a una combinazione di età, anni di contributi e importo della futura pensione.
Altre opzioni rimangono valide per chi ha contribuzioni inferiori o carriere frammentate: dai 5 anni con pensione di vecchiaia a 71 anni per i contributivi puri, alle deroghe per i 15 anni, fino ad arrivare a Opzione donna e Quota 103.