Pensione, “3.000 euro per tutti”: passata la ‘legge’ | Altro che 1.000 euro scarsi, arrivata la svolta

Pensioni d'oro (Canva) - statodonna.it
Finalmente, una buona notizia per tutti coloro i quali si apprestano ad andar in pensione. Quindi, scopri subito le modalità di calcolo.
Decidere quanto offrire di stipendio a una persona è una fase cruciale, nel processo di assunzione. Poiché non si tratta semplicemente di scegliere una cifra a caso, ma di valutare diversi fattori i quali influenzano il valore economico del lavoro svolto.
I primi elementi da considerare, son sicuramente posizione e responsabilità associate al ruolo. Esperienza, competenze e formazione del candidato, poi, giocano un ruolo fondamentale nel determinare un compenso adeguato, bilanciando quindi le esigenze dell’azienda con quelle del lavoratore.
In contemporanea, si rivela importante anche analizzare il mercato del lavoro e le retribuzioni medie, per ruoli simili nel settore, e nella zona geografica, così da restar competitivi, e attrarre i migliori talenti. Nondimeno, le politiche interne dell’azienda, come i budget disponibili e la struttura salariale, influiscono sulla decisione finale.
Infine, si valutano anche aspetti legati ai benefit, alle opportunità di crescita, e alla motivazione del candidato, per creare un pacchetto complessivo che soddisfi entrambe le parti, e favorisca un rapporto lavorativo positivo e duraturo.
Importo stimato della pensione
Un lavoratore con uno stipendio annuo lordo che si aggira fra i 90 e i 110 mila euro; con almeno 35-40 anni di contributi, può aspettarsi una pensione che varia – indicativamente – fra il 60% e il 70% del suo stipendio lordo. E ciò significa un importo annuo lordo compreso fra i 54 e i 77 mila euro, ovvero una pensione mensile lorda oscillante fra i 4.500 e i 6.416 euro. Un cifra, comunque, non fissa, e che può infatti subire variazioni in base a diversi fattori; come il sistema pensionistico applicato, l’età di pensionamento, e le detrazioni fiscali previste.
La pensione, vien generalmente calcolata attraverso un sistema misto, che combina la quota retributiva e la quota contributiva. La parte retributiva, si basa su una percentuale della retribuzione media percepita, fino al 2011/2012; mentre la parte contributiva, si calcola sui contributi versati negli anni successivi, tenendo conto del montante accumulato nel corso della carriera lavorativa. Un metodo che consente, quindi, di riflettere sia i salari percepiti in passato, che i contributi effettivamente versati.

Esempio pratico di calcolo
Per un importo pensionistico pari al 60% dello stipendio lordo – di somma che si aggira, all’incirca, sui 54 mila euro annui -, la pensione potrebbe esser suddivisa in una quota retributiva di circa 40 mila euro, e una quota contributiva di 14 mila euro. Valori, questi, di fondo indicativi, varianti appunto in base alla carriera e al sistema di calcolo.
In ogni caso, per avere un calcolo esatto e personalizzato della propria pensione, si consiglia sempre di consultare il sito dell’INPS, o di rivolgercisi a un esperto del settore. Dal momento che le variabili influenzanti l’importo pensionistico, son molteplici, e possono cambiare nel tempo. Facendo sì che un’attenta verifica sia perciò fondamentale, per pianificare al meglio il proprio futuro economico.