Ultim’ora Codice della Strada, “Favorisca scontrino dell’autolavaggio”, 2 anni di reclusione se non lo avete | Confermato il ‘decreto’

Discussione al posto di blocco (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Le regole sono severe su questi elementi dell’auto: sanzioni dure e pene penali per chi cerca di ingannare i controlli.
Può sembrare assurdo, ma sì, oggi basta avere questa componente dell’auto sporca per mettersi nei guai più seri di quanto si immagini. In effetti non si tratta solo di una questione di ordine o pulizia: questo può creare un bel po’ di problemi, anche a livello legale. Sulle strade italiane, sempre più sorvegliate da telecamere e sistemi automatici, la leggibilità è diventata una sorta di requisito fondamentale.
I controlli, da parte delle Forze dell’Ordine, sono sempre più capillari. Polizia stradale, Carabinieri, municipali… tutti, insomma. E se si incappa in una giornata sfortunata, basta davvero poco: una spruzzata di fango, un viaggio in campagna o la pioggia battente possono far scattare la sanzione. Anche se si tratta solo di disattenzione, poco cambia: per la legge, non serve dimostrare la volontà di nascondere qualcosa.
In molti casi nemmeno ci si accorge del problema, almeno fino a quando arriva la multa o si viene fermati per un controllo. E oggi nemmeno serve più l’alt: le pattuglie possono accorgersene anche da lontano, grazie a quei sistemi OCR montati sui veicoli, che leggono tutto da soli. Se qualcosa non torna, la segnalazione parte automaticamente.
E poi c’è la revisione del mezzo. Quella, sì. Durante i controlli periodici, anche questo elemento viene controllato, e se è troppo rovinato o non conforme… be’, si rischia di dover rifare tutto da capo, con tanto di nuova immatricolazione. Tempi lunghi, costi (pure fastidiosi), e tutto per non aver dato una passata di spugna e non essere andati all’autolavaggio. Letteralmente.
Un dettaglio tecnico… che pesa
C’è però una differenza importante da capire: una cosa è dimenticarsi di pulirla, un’altra è farlo apposta per sfuggire a un autovelox. In quest’ultimo caso, la faccenda cambia. Di molto. Se l’occultamento è fatto in modo intenzionale, si entra nel territorio del Codice Penale, e non è più questione di multe da pagare.
Il punto è che, se c’è dolo – cioè l’intenzione vera e propria di ingannare – la cosa prende una piega più seria. E non basta più dire “non me ne ero accorto“. Un adesivo, una piega strategica, un sistema oscurante nascosto: bastano questi trucchi per far scattare le indagini. E a quel punto, a scusarsi ci si pensa dopo.

Le conseguenze che non ti aspetti
Come riporta anche Virgilio Motori, in questi casi entra in gioco l’articolo 490 del Codice Penale, che parla chiaro: se la manipolazione è fatta con dolo, si tratta di falsità materiale in atto pubblico. Tradotto? Pene fino a due anni di reclusione. Non è più una semplice infrazione, ma un reato vero e proprio.
Perché sì, anche la targa è considerata un documento ufficiale. Non è un pezzo di plastica qualsiasi, insomma. E cercare di modificarla o renderla illeggibile volontariamente equivale a falsificarla. Ecco perché il decreto conferma sanzioni molto più pesanti, soprattutto quando è evidente che si è agito con l’intento di fregare i sistemi di rilevamento.