Ufficiale pensione, chi fa questo lavoro ci va a 56 anni: altro che 67, iniziate pure a festeggiare

Pensione a 56 anni requisiti (Canva foto) - www.statodonna.it
Un caso speciale di pensionamento anticipato che incuriosisce tutti: come smettere di lavorare a 56 anni, requisiti e funzionamento.
C’è chi sogna di lasciare il lavoro molto prima dei 67 anni, ma pensa che sia impossibile. Eppure, esistono percorsi professionali che permettono di tagliare quel traguardo in netto anticipo. Alcune categorie hanno infatti regole previdenziali dedicate, spesso sconosciute ai più, che aprono scenari sorprendenti sul tema pensioni.
Nel dibattito pubblico, la questione dell’uscita anticipata dal lavoro è sempre al centro di confronti e proposte. Ogni nuova misura o eccezione accende l’interesse dei cittadini, soprattutto di chi spera in un alleggerimento dell’età pensionabile. La curiosità cresce ancor di più quando un personaggio noto riesce ad andare in pensione con un anticipo di oltre un decennio.
Molti si chiedono come sia possibile. La realtà è che non tutte le carriere seguono le stesse regole. In certi settori lo sforzo richiesto e i rischi affrontati sono tali da giustificare trattamenti previdenziali più favorevoli. Proprio per questo, alcune figure riescono a maturare i requisiti molto prima rispetto alla generalità dei lavoratori civili.
Il caso più discusso degli ultimi mesi riguarda una figura che, oltre ad avere avuto incarichi di primo piano, ha beneficiato di norme specifiche legate alla propria carriera militare. Un percorso iniziato in giovane età e sviluppato in contesti di elevata intensità operativa ha reso possibile ciò che, per molti, sembra irraggiungibile.
Un percorso iniziato prestissimo
L’ex generale Roberto Vannacci, oggi eurodeputato, è riuscito a ottenere la pensione a soli 56 anni. Ciò è stato possibile perché aveva già maturato 44 anni di contributi, iniziando il proprio cammino militare a 17 anni. Non si tratta quindi di un privilegio improvviso, ma del risultato di un lungo percorso professionale che ha accumulato anzianità previdenziale in tempi molto rapidi.
Un ruolo decisivo lo hanno avuto i cosiddetti coefficienti maggiorati, previsti per i militari dei corpi speciali. Queste agevolazioni consentono di trasformare ogni anno di servizio in un monte contributivo superiore a quello ordinario. Come spiega Brocardi, «le maggiorazioni sono state pensate per compensare la particolare usura psicofisica di incarichi ad altissimo rischio», restando in vigore anche dopo la riforma Fornero.

Dentro le regole dei corpi speciali
Il meccanismo che ha consentito a Vannacci di lasciare l’uniforme così presto riguarda in particolare il servizio svolto nei reparti di élite. Ogni anno trascorso come paracadutista incursore ha pesato per il 20% in più sul calcolo contributivo, permettendogli di raggiungere il requisito molto prima rispetto ad altri militari.
Non è un caso che l’ex generale abbia guidato la Brigata Folgore e il 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, unità note per la durezza degli addestramenti e l’esposizione a scenari di guerra. In questi contesti, la legge riconosce un trattamento previdenziale differenziato, che ha permesso a Vannacci di entrare in pensione ben undici anni prima della soglia ordinaria prevista per la pensione di vecchiaia.