WhatsApp, da oggi questi messaggi a tuo marito ti rovinano in TRIBUNALE: controlla sempre cosa scrivi o resti in mutande

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Litigio da smartphone

Litigare per messaggio genera una traccia che può arrivare anche alle aule di tribunale. Com'è possibile? (stoccking/Freepik) - statodonna.it

Litigare per messaggio genera una traccia che può arrivare anche alle aule di tribunale. Com’è possibile? Scoprilo ora!

I litigi tra moglie e marito su WhatsApp sono diventati una dinamica quotidiana per molte coppie. La comunicazione digitale amplifica tensioni già esistenti, con messaggi brevi e lunghi confronti. Basta un’emoji fraintesa o una risposta tardiva per scatenare discussioni che, dal virtuale, si trascinano anche nella vita reale.

La mancanza di tono e contesto nei messaggi rende difficile interpretare le intenzioni. Le coppie si ritrovano a discutere più per come si scrive che per ciò che si dice. Il mezzo diventa parte del problema.

Molti litigi nascono da notifiche ignorate o visualizzazioni senza risposta. Le incomprensioni si moltiplicano, e il bisogno di chiarimenti cresce. WhatsApp, da strumento di connessione, potrebbe trasformarsi in terreno di scontro emotivo.

Anche i messaggi vocali contribuiscono alle tensioni. Alcuni li usano per evitare il confronto diretto, altri li interpretano come segno di urgenza o rabbia. Le coppie si ritrovano a riascoltare audio per cogliere sfumature, cercando conferme o contraddizioni. Un caso è arrivato persino in tribunale.

Le discussioni sul cellulare

In molte relazioni, WhatsApp è diventato il luogo dove si consumano le discussioni più accese. Le coppie si scrivono in modo impulsivo senza riflettere. Le parole, una volta inviate, restano lì, rileggibili, analizzabili, e usate come prove nei litigi successivi.

Il tempo di risposta, la punteggiatura, il numero di punti esclamativi, diventano elementi di tensione. Il mezzo digitale non perdona: non c’è spazio per il linguaggio del corpo, per lo sguardo, per il tono. Tutto si riduce a testo, e il testo può ferire. Ecco un caso concreto.

Litigio
Litigio in casa per smartphone (stoccking/Freepik) – statodonna.it

Il caso

Secondo i giudici, gli accordi presi a latere, cioè al di fuori delle procedure ufficiali, possono essere considerati validi se esiste un principio di prova scritta. Questo significa che un semplice messaggio, se conservato o documentato con screenshot, può influenzare le decisioni del tribunale sulla ripartizione dei beni o sugli obblighi economici tra le parti.

Nel caso esaminato, l’ex marito aveva scritto alla moglie che si sarebbe fatto carico da solo del mutuo della casa, mentre lei rinunciava all’assegno di mantenimento. In virtù di questo scambio informale, i giudici hanno revocato un decreto ingiuntivo da quasi 21 mila euro che imponeva alla donna il rimborso del 50% delle rate. La sentenza è stata possibile anche grazie all’impossibilità morale di formalizzare l’accordo per iscritto, data la tensione tra le parti. La notizia arriva da SkyTG24.