Telecamere in casa, se vivi in queste città TI STANNO SPIANDO | L’esperto di cybersecurity: 70.000 dispositivi a rischio

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Telecamere in casa (Canva foto) - www.statodonna.it

Settantamila telecamere italiane trasmettono immagini in rete senza protezione: se vivi in queste città ti stanno spiando.

Nei mesi scorsi due casi – “Mia Moglie” e “Phica” – hanno sollevato clamore per la leggerezza con cui vengono trattati dati e contenuti privati. Episodi che hanno mostrato come, nell’era digitale, la tutela della sfera personale sia spesso messa in discussione da falle di sistema o da comportamenti superficiali.

Il problema non riguarda soltanto i social o le piattaforme di condivisione: anche strumenti ritenuti sicuri, come i dispositivi di sorveglianza, possono trasformarsi in una minaccia. L’illusione di avere la situazione sotto controllo si scontra con la realtà di tecnologie accessibili a chiunque sappia dove guardare.

Il mercato delle telecamere domestiche ed aziendali è cresciuto rapidamente, favorito da costi ridotti e facilità di installazione. Tuttavia, la diffusione di massa non è stata accompagnata da una reale cultura della sicurezza. Molti utenti ignorano di aver lasciato vere e proprie finestre digitali aperte verso la propria casa o il proprio ufficio.

La questione assume contorni ancora più preoccupanti, se si considera che non parliamo di casi isolati. Studi recenti mostrano come migliaia di dispositivi siano configurati male o mai protetti con password adeguate. Ciò significa che scene di vita quotidiana, dati aziendali e immagini sensibili possono essere intercettati con strumenti alla portata di chiunque.

L’allarme degli esperti sulla rete di sorveglianza

Un’indagine di Bitsight, società statunitense specializzata in cybersicurezza, ha rivelato che in Italia ci sono circa 70mila telecamere di sicurezza accessibili via Internet. In molti casi basta un normale browser per visualizzare flussi video senza alcuna autenticazione. Le città più esposte risultano essere Roma, Milano e Napoli, con numeri impressionanti di dispositivi collegati e vulnerabili.

I ricercatori hanno evidenziato che i protocolli più a rischio sono Http e Rtsp, ampiamente diffusi sia in ambito domestico che industriale. «L’accesso ai flussi video non richiede particolari competenze tecniche», hanno spiegato gli esperti, sottolineando come le telecamere non protette possano diventare strumenti di spionaggio, stalking o estorsione.

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Spiare telecamere in casa (Canva foto) – www.statodonna.it

Privacy a rischio in migliaia di case italiane

Secondo i dati diffusi, le webcam esposte online in Italia sarebbero oltre 74.000. Milano guida la classifica con più di 10mila dispositivi, seguita da Roma e Napoli. A questi si aggiungono Torino e Bologna, che insieme totalizzano oltre 5mila apparecchi vulnerabili. Una rete capillare che mette a rischio la sicurezza di famiglie e aziende.

Le conseguenze possono essere devastanti: immagini rubate potrebbero finire su forum criminali o essere utilizzate per pianificare furti. Gli esperti ricordano che la mancanza di crittografia o password forti rende le telecamere un facile punto d’ingresso anche per attacchi informatici più complessi. Come sottolinea Leggo, il problema non è la tecnologia in sé, ma la superficialità con cui viene gestita.