VIETATO IL CAFFÈ: se soffri di questa patologia è come bere acido puro | Ogni sorso è un passo verso il ricovero

Divieto del caffè patologia (Canva foto) - www.statodonna.it
Caffè e salute: quando una tazzina può non essere un alleato. Se soffri di questa patologia puoi dirgli addio.
Per tanti italiani il caffè è più di una bevanda: è un rito mattutino, una pausa condivisa, un piccolo piacere che scandisce la giornata. Eppure, nonostante la sua popolarità, ci sono momenti e condizioni in cui questa abitudine così radicata può trasformarsi in una scelta poco saggia.
Dietro il suo aroma intenso, il caffè nasconde effetti che cambiano da persona a persona. La sensibilità alla caffeina non è uguale per tutti: c’è chi beve una moka intera senza problemi e chi, al contrario, fatica a prendere sonno dopo una sola tazzina pomeridiana.
Gli studi scientifici confermano i lati positivi di questa bevanda. Grazie ai polifenoli e ad altri composti bioattivi, il caffè può aiutare la circolazione, il cuore e persino il controllo del colesterolo. Ma, come spesso accade, la differenza tra beneficio e fastidio dipende dalle quantità e dalla tolleranza individuale.
Anche la genetica e lo stile di vita fanno la loro parte. Alcuni metabolizzano la caffeina più lentamente, accumulando effetti indesiderati, mentre altri non avvertono alcuna conseguenza. Per questo, parlare di “dose giusta” non significa lo stesso per tutti. Questo vale soprattutto per chi soffre di altre patologie che, con la caffeina, possono peggiorare i disturbi.
Quando la moderazione fa la differenza
Gli esperti suggeriscono di non superare i 400 milligrammi di caffeina al giorno, che corrispondono a circa cinque tazzine con la moka. Ma la raccomandazione più prudente è di fermarsi a tre. In gravidanza il limite scende a due, perché la caffeina attraversa la placenta e può avere effetti sul feto.
Come ricorda Humanitas Salute, il caffè non va demonizzato: a piccole dosi può essere parte di uno stile di vita equilibrato. Tuttavia, chi è più sensibile può sperimentare insonnia, battito accelerato o disturbi digestivi, sintomi che spesso si attenuano riducendo le quantità. E non è tutto: chi soffre di una particolare patologia dovrebbe bandirlo completamente.

Il caffè e chi soffre di reflusso
La vera criticità arriva per chi convive con gastrite o reflusso gastroesofageo. In questi casi la caffeina stimola una maggiore produzione di acido nello stomaco, favorendo bruciore e rigurgiti. Basta una tazzina per scatenare fastidi che durano ore.
Per chi soffre di questi disturbi, il caffè non è più un semplice piacere ma un potenziale nemico quotidiano. Limitare o rinunciare del tutto alla caffeina diventa spesso l’unica scelta per evitare sintomi dolorosi e migliorare la qualità della vita.