Terremoto INPS: da marzo 2026 PENSIONI SOSPESE | Confermato: senza questo documento scatta il blocco definitivo

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Blocco delle pensioni inps (Canva foto) - www.statodonna.it

Maxi controlli sui pagamenti previdenziali: cosa succede nei prossimi mesi, pensioni bloccate dall’Inps, grandi disagi in arrivo.

Negli ultimi anni il tema delle verifiche sui pagamenti destinati ai pensionati ha assunto un peso crescente. L’INPS ha infatti intensificato i controlli, introducendo nuove modalità di accertamento per assicurare che i versamenti arrivino solo ai beneficiari legittimi. Un aspetto che può sembrare tecnico, ma che coinvolge concretamente migliaia di persone.

Il dibattito si concentra soprattutto sul legame tra sostenibilità del sistema e corretta erogazione. L’istituto di previdenza è chiamato a vigilare su un numero sempre maggiore di assegni che varcano i confini nazionali, seguendo le migrazioni dei pensionati italiani. Un monitoraggio costante diventa così parte essenziale del funzionamento del sistema.

Molti si chiedono cosa accada quando le procedure di verifica non vengono rispettate. La mancata risposta alle comunicazioni dell’INPS può portare a conseguenze immediate sul pagamento delle rate mensili. È in questo scenario che emerge l’importanza di rispondere con puntualità agli avvisi ricevuti, evitando il rischio di ritardi o blocchi.

Sul piano pratico, la gestione di questi accertamenti si intreccia con strumenti sempre più diversificati. Non si tratta solo di inviare un documento cartaceo: oggi sono previsti anche sistemi digitali e canali alternativi che agevolano i pensionati residenti all’estero. Questo rende la procedura più accessibile, ma non meno vincolante.

Nuove verifiche e scadenze da rispettare

Dal 17 settembre 2025 è partita una nuova fase di controlli che riguarda i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, con l’eccezione dei Paesi scandinavi e dell’Europa orientale, già verificati in precedenza. Il compito di gestire le comunicazioni spetta a Citibank, che invierà la documentazione necessaria da compilare e restituire. Il termine ultimo è fissato al 15 gennaio 2026.

Come evidenziato da Emme Press, i pensionati coinvolti hanno diverse opzioni: restituire il modulo via posta, recarsi presso uno sportello Western Union o, in alcuni Paesi come Stati Uniti, Canada, Australia e Regno Unito, utilizzare un portale online dedicato. In questo modo, l’accertamento dell’esistenza in vita può avvenire con modalità flessibili e più moderne.

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Blocco delle pensioni (Canva foto) – www.statodonna.it

Cosa succede se la documentazione non arriva

Se entro il 15 gennaio 2026 i moduli non saranno restituiti, la pensione di febbraio potrà essere riscossa esclusivamente di persona in un’agenzia Western Union nel Paese di residenza. Chi non provvederà entro il 19 febbraio 2026, però, vedrà la sospensione totale dell’erogazione a partire dalla rata di marzo. Una conseguenza che, come sottolineato dall’INPS, non lascia margini di tolleranza.

È bene chiarire che questa misura non riguarda tutti i pensionati, ma solo coloro che risiedono all’estero e rientrano nella campagna di accertamento avviata dall’istituto. L’obiettivo dichiarato è garantire la regolarità dei pagamenti ed evitare che risorse pubbliche vengano disperse in erogazioni indebite.