LIMONCELLO KILLER, è panico assoluto dopo le due morti improvvise: se lo compri in questo negozio giochi alla roulette russa

Limoncello e pericoli (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Limoncello killer, cresce la paura: rischi nascosti e il confine sottile tra tradizione autentica e pericolo silenzioso.
Negli ultimi tempi si parla parecchio delle bevande alcoliche classiche. C’è chi le considera un ritorno alle origini, un gesto genuino, quasi poetico… e chi invece non riesce a non pensare ai possibili pericoli che possono nascondere.
Soprattutto quando parliamo di alcolici, il confine tra tradizione e improvvisazione può diventare sottile. E purtroppo non sempre innocuo. Il limoncello, ad esempio, è diventato quasi un’icona, una di quelle cose che porti con orgoglio per raccontare “un pezzetto d’Italia”.
Ma quando finisce sulle tavole senza rispettare certe regole minime di sicurezza, rischia di perdere la sua immagine solare. Non basta il profumo dei limoni o la ricetta tramandata dalla nonna: la differenza la fanno gli ingredienti giusti e la cura con cui vengono scelti.
Dietro al fascino del “fatto in casa”, a volte, si nasconde un rischio invisibile. Ci sono stati casi, anche recenti, che lo dimostrano. E quello che spaventa di più non è solo la leggerezza di chi lo prepara, ma anche la fiducia ingenua di chi beve pensando di non correre alcun pericolo.
Un’attenzione importante
Il discorso tocca inevitabilmente anche la contraffazione, un fenomeno molto più diffuso di quanto si immagini. Non è una cosa che riguarda solo grandi mercati o industrie poco trasparenti: capita pure nei ristoranti o nei bar frequentati dai turisti. In certi luoghi i controlli sono scarsi e le regole non così severe. Risultato?
Chi compra o assaggia rischia di ritrovarsi con qualcosa di molto diverso da ciò che credeva. Qualcosa, addirittura, di letale. Queste storie fanno capire quanto sia essenziale distinguere un vero prodotto artigianale da una pericolosa imitazione fatta con sostanze che non dovrebbero mai essere bevute.

Il caso che ha fatto discutere di nuovo
La questione è tornata sotto i riflettori per via di due turisti americani in vacanza in Vietnam, come riportato dalla BBC tramite GreenMe. Era Natale, due anni fa, e i ragazzi hanno ordinato un limoncello in un locale di Hoi An. Pochi bicchieri, niente di particolare. Eppure, poche ore dopo, hanno iniziato a sentirsi male. Mal di testa fortissimo, nausea, sintomi che a un primo sguardo potevano sembrare una banale sbronza. Le indagini hanno poi rivelato un dettaglio scioccante: quel limoncello non era stato preparato con alcol adatto al consumo, ma con alcol medico al 70%. Una scelta assurda, che ha trasformato un liquore festoso in qualcosa di letale. Le autopsie hanno confermato che la causa della morte è stata proprio un’intossicazione da metanolo.
Il ristorante “Good Morning Vietnam”, molto conosciuto nella zona, è finito subito nel mirino delle autorità. A febbraio 2025, il barista che aveva prodotto quel limoncello è stato arrestato con l’accusa di violazione delle norme di sicurezza alimentare. Ora rischia una condanna pesantissima, fino a 15 anni di carcere. Un caso grave, sì, ma per fortuna raro. La morte di Greta Marie Otteson e Arno Els Quinton, rispettivamente di 33 e 36 anni, ha riportato dritto al centro della scena i pericoli legati al metanolo. E non è stato l’unico episodio: poche settimane prima, in Laos, sei persone avevano perso la vita in circostanze simili.