Carne da supermercato, RISCHI IL RICOVERO: sembra innocua ma è una bomba batteriologica | Assurdo che sia ancora in vendita

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Carne rossa (Depositphotos foto) - www.statodonna.it

Carne rossa (Depositphotos foto) - www.statodonna.it

Un prodotto che sembra sicuro ma nasconde più di una sorpresa: ecco i dubbi su questa carne da supermercato.

Quando ci aggiriamo tra le corsie del supermercato, di solito diamo un’occhiata veloce a quello che finisce nel carrello: prezzo, colore, magari la data di scadenza. E basta. Però dietro a certe confezioni dall’aspetto ordinato e invitante si possono nascondere problemi meno visibili, che non hanno nulla a che fare con la freschezza apparente. In gioco c’è la sicurezza di ciò che portiamo a tavola, anche se a prima vista nessuno ci penserebbe.

Le etichette devono riportare informazioni corrette, semplici e trasparenti. Non è un dettaglio da burocrati, ma un aiuto concreto a chi cucina. Perché se le istruzioni non sono precise, il rischio è che qualcuno prepari il cibo in modo sbagliato senza nemmeno accorgersene. E a quel punto il problema diventa serio, ben più di una semplice svista.

C’è poi un’altra questione, quella degli accostamenti tra ingredienti. Alcuni sembrano pensati per dare un tocco di praticità, magari un’idea “gourmet” pronta all’uso. Ma sul piano igienico, certe combinazioni non stanno in piedi. L’apparenza di comodità può trasformarsi in un potenziale pericolo.

Insomma, la presentazione di un prodotto non basta. Anzi, proprio quando si tratta di carne, bisognerebbe fare ancora più attenzione. Ogni piccolo errore può spalancare la strada a contaminazioni indesiderate. Ed è chiaro che nessuno vorrebbe rischiare per una vaschetta presa al volo in negozio.

Il caso

Un lettore ha scritto a Il Fatto Alimentare raccontando di aver visto, in un punto vendita di Roma, delle confezioni di carne bovina e tacchino abbinate a rucola fresca. A prima vista nulla di strano, eppure la situazione non è così banale. Dal punto di vista tecnico, il prodotto rientra nella categoria delle “preparazioni di carni pronte da cuocere”. Ma qui arriva il nodo: l’etichetta non era compilata correttamente, e questo ha acceso più di un campanello d’allarme.

Antonello Paparella, docente di microbiologia degli alimenti all’Università di Teramo, ha spiegato che le scritte in etichetta sono un po’ confuse. In particolare, le istruzioni lasciavano pensare che carne e rucola dovessero essere cucinate insieme a 75°C. Chi legge si trova quindi davanti a un messaggio ambiguo, e il dubbio su come comportarsi diventa inevitabile. Ma quando si commette l’errore?

Carne in vaschetta (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Carne in vaschetta (Depositphotos foto) – www.statodonna.it

Il vero problema è nell’accoppiata

La difficoltà potrebbe nascere se il consumatore dovesse compiere un’azione abituale nella maggior parte dei casi: cuoce bene la carne, ma mangiare la rucola cruda (dato che quasi nessuno la mangerebbe cuocendola). È proprio qui che si annida il rischio di contaminazione crociata, perché la verdura è entrata in contatto con carne cruda prima della cottura. Una combinazione che, dal punto di vista igienico, può diventare davvero pericolosa.

La posizione dell’esperto è chiara: la rucola in questo caso va eliminata, mentre la carne deve essere cotta a fondo, fino a 75°C. Solo così si evita di portare a tavola un rischio invisibile. La vicenda mette in evidenza quanto sia importante che le guarnizioni nelle confezioni di carne siano destinate davvero alla cottura, come un rametto di rosmarino.