DEPRESSIONE e LEGGE 104, basta un documento e parte l’invalidità | La notizia che cambierà la vita a migliaia di italiani

Subdola e pericolosa (canva.com) - www.statodonna.it
Depressione e Legge 104: ecco quale documento serve per avviare lo stato di invalidità. Tutti i dettami previsti dalla legge.
Parliamo di legge e di patologie mentali. Una tematica parecchio delicata riguarda una delle patologie più comuni e, spesso, anche più bistrattate.
Ci riferiamo alla depressione, uno stato che può sorgere anche in assenza di sintomi psichici o di stati psicologici cronici e prolungati. La depressione può anche riferirsi a un momento circoscritto nel tempo.
Può colpire tutti, nessuno escluso. Può debilitare al punto tale che la persona ha grosse difficoltà a condurre una vita pressoché normale, e intacca seriamente le sue relazioni.
Si parla di una vera e propria forma di invalidità emotiva, che però spesso non viene trattata né riconosciuta a dovere, forse per uno stigma sociale ancora troppo radicato.
La correlazione con la 104
Qual è dunque il legame con la suddetta legge? Secondo Brocardi, in Italia più di due milioni di persone sono affette da depressione. Pertanto, è comprensibile interrogarsi se chi soffre di depressione possa esser considerato parte delle categorie protette, che includono individui a cui la legge assegna specifiche salvaguardie per facilitare l’ingresso e il mantenimento nel mercato del lavoro, come nel caso dell’applicazione della 104.
La legislazione pertinente è la Legge n. 68 del 1999, la quale sancisce che individui con determinate condizioni psico-fisiche debbano essere collocati in impieghi appropriati rispetto alle capacità residue. Per poter accedere alle categorie protette, è essenziale che la depressione venga riconosciuta come invalidante, tramite accertamento medico che verifichi una percentuale di invalidità civile superiore al 45%. Le persone in questa categoria possono iscriversi a liste speciali presso i centri per l’impiego a livello provinciale, purché abbiano un’età compresa tra i 15 e i 65 anni, siano disoccupate e non percepiscano pensione.

Come funziona il procedimento
Il processo di riconoscimento inizia con la fornitura di un certificato medico dal proprio specialista, il quale deve contenere diagnosi e descrizione della malattia. In seguito, la richiesta viene presentata all’INPS e la valutazione è effettuata da commissione medica dell’ASL di competenza. A seconda dei risultati ottenuti, l’invalidità può oscillare: da lieve (33-66%) a medio-grave (67-99%), fino ad arrivare alla totale non autosufficienza (100%).
Le tabelle ministeriali del 5 febbraio 1992 indicano le percentuali di invalidità associate alle varie forme depressive. Ad esempio, indica Brocardi, la sindrome endoreattiva comporta invalidità tra il 10% e il 40% a seconda della sua severità, mentre una sindrome endogena può raggiungere anche l’80%. Le nevrosi fobico-ossessive o ipocondriache possono variare dal 15% al 50%, mentre la psicosi ossessiva può essere riconosciuta come invalidità tra il 71% e l’80%. Se soffrite di depressione quindi, c’è una lucina in fondo al tunnel: lo Stato non vi lascia soli.