Obesità, brevettata la PILLOLA ANTI-GRASSO: adesso non ci sono più scuse, basta una ricetta e la bilancia va in tilt

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Obesità: brevettata una pastiglia che dovrebbe permettere un mantenimento più agevolato del peso. Ma gli esperti invitano alla cautela.
La questione dell’obesità è sicuramente delicata a livello sociale. Persistono ancora, infatti, diversi punti di vista rispetto a ciò che si considera salutare o meno, soprattutto nel caso di persone più in carne.
Spesso, la loro taglia viene considerata indicativa del loro stato di salute. Tuttavia, sappiamo bene che il peso è solamente un numero e che bisogna tenere invece conto di tante componenti fisiche che incidono sulla fisicità.
Innegabilmente, c’è anche il rischio che l’obesità venga normalizzata e che si promuovano stili di vita non salutari. Come vedete, l’eccesso vale tanto per l’eccessiva magrezza quanto per il contrario.
Da quanto apprendiamo tramite Il Fatto Alimentare, sarebbe stata sviluppata una nuova pastiglia che potrebbe incidere sul mantenimento del peso e sulla quale, naturalmente, anche gli esperti si sono espressi.
Meccanismi diversi, uguali risultati?
Chi è avvezzo all’uso dei social avrà notato come tra le celebrities si sia diffuso il ricorso all’Ozempic, o semaglutide, un farmaco anti-obesità somministrato per via iniettiva e adoperato anche nella cura del diabete. Prima di svelare l’innovazione italiana, parliamo, però, della concorrente dell’Ozempic, ovvero l’orforglipron di Eli Lilly. Secondo dati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, riporta Il Fatto Alimentare, oltre 3100 pazienti con obesità senza diabete di tipo 2 sarebbero stati trattati con tre dosaggi giornalieri del suddetto farmaco per 72 settimane. Risultato? Una diminuzione generale del peso, a cavallo tra il 7,5% e l’11%. Registrati risultati positivi anche in termini di pressione, valori dei grassi sanguigni, zuccheri e risposta ad infiammazioni tipici dei farmaci.
L’alternativa italiana, invece, si concentrerebbe su una piccola molecola di RNA chiamata miR-22, un frammento di materiale genetico che incide fortemente sul metabolismo e funziona praticamente come un regolatore di varie tipologie di fenomeni metabolici. Ad esempio, regola il modo in cui l’organismo immagazzina i grassi e come li rimodella nei tessuti, modulando anche l’attività dei mitocondri.

Un’innovazione da osservare
Secondo la startup torinese Resalis Therapeutics, l’utilizzo del farmaco sperimentale RES-010 (fondato proprio sulla miR-22) nel corso di uno studio avviato nei Paesi Bassi avrebbe registrato, con una sola somministrazione settimanale per via orale e per 5 mesi, una perdita di peso del 12%. Il tutto modificando il metabolismo e generando effetti stabili, senza conseguenze su massa muscolare ed ossa.
Le premesse sono incoraggianti, e pertanto nuovi esperimenti verranno condotti agli inizi dell’anno venturo. Rimane, ovviamente, fondamentale mantenere cautela di fronte a qualsiasi prodotto che potrebbe incidere non solo a livello metabolico, ma anche a livello strutturale, ed è pertanto saggio richiedere sempre la supervisione del medico.