Questo chip ti LEGGE IL PENSIERO: la nuova scoperta regala il più cool dei superpoteri | Attento a cosa ti passa per la testa

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Un mentalista (Depositphotos foto) - www.statodonna.it

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Un chip sperimentale decifra il pensiero silenzioso, aprendo scenari incredibili tra speranze mediche e rischi sulla privacy mentale.

Siamo arrivati al punto in cui la mente può parlare senza voce. No, non è un’esagerazione. Tra sensori, circuiti e cervelli connessi, la tecnologia sta entrando in territori che fino a ieri erano roba da film. Ma davvero, eh. Le interfacce neurali — quelle robe che collegano il cervello ai computer — oggi iniziano a fare cose che non ti aspetti. O forse sì, se sei un po’ appassionato di fantascienza.

Il bello (o il brutto, dipende dai punti di vista) è che tutto questo non è più teoria. Alcuni esperimenti stanno dimostrando che è possibile decifrare i pensieri in tempo reale. Non stiamo parlando di magie, ma di scienza con la “S” maiuscola. Il che è affascinante, certo, ma anche un po’ inquietante, no? Perché quando inizi a entrare nella mente di una persona… ecco, forse stai toccando qualcosa di troppo personale.

E poi diciamolo: l’idea che si possa parlare senza emettere suoni ha del surreale. Cioè, immagina di poter scrivere una frase semplicemente pensando. Senza muovere un dito. Bello, ma pure un po’ spiazzante. È come se la barriera tra quello che immaginiamo e ciò che comunichiamo iniziasse a… dissolversi.

Però ecco, se si riesce a “leggere” quello che una persona pensa, dove si pone il confine? Quanto è facile superarlo per sbaglio? O peggio, intenzionalmente? Non basta l’entusiasmo tecnologico: servono domande scomode, anche fastidiose. Perché qui non si sta solo innovando. Si sta—come dire—sperimentando su qualcosa che ci definisce in profondità.

Una nuova tecnologia che fa discutere

Secondo uno studio pubblicato su Cell, condotto dai ricercatori dell’Università di Stanford e riportato da Focus.it, un chip sperimentale impiantato nel cervello è riuscito a tradurre il pensiero in parole. Ma non parole dette, no: proprio quelle pensate in silenzio. Parliamo del cosiddetto “monologo interiore”, quello che tutti abbiamo, anche se spesso non ce ne accorgiamo.

Il chip è stato piazzato in zone precise del cervello, nelle aree che si attivano quando stiamo per dire qualcosa (ma non lo facciamo). E riesce a capire cosa la persona voleva dire, con una precisione pazzesca — si arriva anche al 70% su certe frasi. Ah, e usa un vocabolario con fino a 125.000 parole. Non male per un apparecchio così piccolo, no? E non finisce qui.

Pensieri (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Pensieri (Depositphotos foto) – www.statodonna.it

Pensieri in libertà… o forse no

Durante i test è venuto fuori un dettaglio mica da poco: a volte il chip trascriveva pensieri anche quando il paziente non voleva comunicare. Cioè, stavi pensando per i fatti tuoi… e puff! Il sistema registrava. Capisci il problema? Il rischio che il pensiero più privato venga “rubato” non è così remoto. Per cercare di evitarlo, hanno aggiunto una specie di interruttore mentale: si pensa a una parola segreta per attivare (o spegnere) il sistema. Ma sarà sufficiente?

Il punto è che questi dati cerebrali non sono informazioni qualsiasi. Sono roba delicatissima: ricordi, emozioni, convinzioni personali. Se finissero nelle mani sbagliate, ci sarebbe il rischio di manipolazione mentale, o peggio, di una sorta di “copia digitale” del nostro modo di pensare. Ok, non siamo ancora lì… però la strada è tracciata. E serve — urgentemente — una riflessione collettiva, ma soprattutto delle regole.