“Campi di concentramento per le donne”: la folle proposta raccoglie consensi online | Altro che patriarcato: qui si sfocia nel grottesco

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Donne e derive online (Depositphotos foto) - www.statodonna.it

Donne e derive online (Depositphotos foto) - www.statodonna.it

Una rete online trasforma la frustrazione maschile in odio strutturato, legittimando idee estreme e narrazioni pericolose online.

Ci sono spazi dove la rabbia personale si mescola a teorie discutibili e dove, invece di trovare aiuto, molti trovano un motivo per odiare. È in queste zone grigie del web che nascono le comunità come Red Pill o Incel, gruppi che non parlano solo di problemi relazionali, ma che spesso li trasformano in convinzioni radicali. E la cosa preoccupante è che non sono nemmeno così invisibili come si potrebbe pensare.

Ci sono parole come “ipergamia” o “legge 80/20” che tornano continuamente, usate per spiegare perché, secondo loro, certi uomini vengono esclusi da tutto. Ma non si tratta più solo di sfoghi: il linguaggio è violento, preciso, organizzato. E tutto sembra costruito per rafforzare un’unica narrativa: il nemico è là fuori.

I membri della comunità Red Pill si vedono come quelli che hanno “aperto gli occhi”, gli Incel invece come vittime di un sistema che li ha messi da parte. Ma alla fine, entrambi i gruppi condividono la stessa sfiducia nel cambiamento e la stessa rabbia verso le donne.

Il problema è che, una volta entrati, è difficile uscirne. Questi gruppi, che sembrano nati per condividere frustrazioni, in realtà alimentano e rafforzano le convinzioni più pericolose. Chi arriva per cercare conforto, spesso resta per sentirsi parte di qualcosa. E anche se all’inizio può sembrare solo uno sfogo, col tempo diventa un’identità, qualcosa che ti cambia il modo di vedere il mondo.

Quando la delusione si trasforma in convinzione

Marco – nome di fantasia – ci è finito dentro da adolescente, più o meno a 18 anni. Oggi ne ha 23 e ha deciso di raccontare tutto a Fanpage.it, che ha portato avanti l’inchiesta. Dice che è iniziato tutto in modo quasi banale: relazioni che non funzionavano, approcci che andavano male, e un senso di frustrazione che cercava una spiegazione. «Poi – racconta – in quei gruppi trovavi risposte. Sbagliate, ma te le davano».

E quelle risposte erano piene di odio, generalizzazioni e teorie pseudoscientifiche. I concetti Red Pill e Incel diventano come filtri attraverso cui si legge il mondo: le donne sono sempre colpevoli, gli uomini sempre vittime. E se ci credi per un po’, ti sembra tutto sensato. E non finisce qui.

Donna piange (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Donna piange (Depositphotos foto) – www.statodonna.it

Idee estreme che sembrano scherzi, ma non lo sono

Ad un certo punto Marco inizia a leggere proposte fuori da ogni logica. “C’è chi proponeva campi di concentramento per le donne“, dice, o chi definiva le donne “NP”, cioè Non Persone. Non era ironia, non era provocazione. Erano frasi vere, scritte con convinzione. E lì capisci che qualcosa è andato completamente fuori controllo. Che non è solo una bolla online, ma un luogo dove l’odio si autoalimenta e si giustifica.

Non è che tutti i partecipanti scrivano quelle cose. Però più tempo ci passi, più ti sembrano accettabili. Ti abitui, ti fai trascinare. È il meccanismo della bolla: leggi sempre le stesse cose, le senti dire da tanti, alla fine pensi che siano vere. E l’odio si maschera da consapevolezza, da risveglio. Ecco perché questi spazi non sono solo tossici: sono pericolosi.