SALMONELLA nei POMODORI, 123 i contagi in Italia | Confermato il maxi focolaio: se li compri qui prepara la borsa per l’ospedale

Pomodori (Pixabay foto) - www.statodonna.it
Preoccupazione crescente per la sicurezza alimentare: un caso recente riaccende i riflettori sui controlli nella filiera ortofrutticola.
Ultimamente si fa un gran parlare di sicurezza alimentare, specie quando si tratta di verdura e frutta fresca. E in effetti, chi non vorrebbe sapere con certezza cosa finisce nel piatto? Il problema è che, anche quando scegliamo prodotti locali e apparentemente di qualità, non sempre tutto è sotto controllo. Sì, perché a volte, purtroppo, il pericolo arriva proprio da dove meno te lo aspetti.
Da anni ormai si discute del legame tra agricoltura, ambiente e salute. Cambiamenti climatici, uso (ehm, a volte eccessivo) di pesticidi, sistemi di irrigazione poco controllati… sono tutte cose che possono compromettere la salubrità dei raccolti. E non si parla solo di estetica: anche un prodotto bellissimo da vedere può nascondere qualcosa di invisibile, ma pericoloso.
Quando vai al supermercato e scegli con cura le verdure, magari bio o a km zero, non ti immagini che ci possa essere qualcosa di dannoso proprio dentro quegli ortaggi. Eppure, capita. Soprattutto con quelli che si mangiano crudi, tipo insalate o, appunto, i pomodori. Un lavaggio veloce spesso non basta, eppure è quello che molti di noi fanno, di corsa.
E poi c’è il fatto che oggi tutto è connesso: un raccolto di una piccola zona può finire sulle tavole di mezza Europa nel giro di pochi giorni. Quindi anche un problema nato in un solo campo può trasformarsi in un’emergenza internazionale. Non è facile tener testa a una rete così vasta e, diciamolo, anche fragile.
Il quadro si fa più chiaro
Come riporta GreenMe, stando ai dati dell’Ecdc, cioè il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, tra il 2023 e il 2025 si sono registrati ben 437 casi di infezione da Salmonella Strathcona in 17 Paesi. L’Italia è tra i più colpiti, con 123 contagi confermati, seguita da Germania e Austria. Ma la questione non si è fermata all’Europa: ci sono stati casi anche in Canada e negli Stati Uniti.
Il sospetto è ricaduto su un prodotto ben preciso. I controlli fatti in Austria nel 2025 hanno riscontrato la presenza del batterio proprio su questi ortaggi. E in Italia, durante alcune ispezioni, il ceppo è stato trovato pure in un campione d’acqua usata per l’irrigazione. Insomma, il nodo sembra stare a monte: nei campi, nelle pratiche agricole, nella gestione delle risorse.

Cosa rivelano i controlli più recenti
Già nel 2011, un focolaio simile si era verificato in Danimarca e anche lì si parlava di pomodori siciliani. Stavolta, però, il problema è durato anni: le analisi più recenti confermano che il batterio è riapparso più volte, nel 2023, nel 2024… fino a oggi. Questo fa pensare a una contaminazione ambientale costante, difficile da eliminare.
Detto ciò, gli esperti sono stati chiari: non bisogna fare allarmismi. Non è che i pomodori in sé siano pericolosi, ma serve più attenzione. In attesa di risposte definitive, le autorità consigliano di lavare bene frutta e verdura, evitare di contaminare altri alimenti in cucina e – fondamentale – lavarsi le mani prima di toccare il cibo.
