La infili sempre nel forno, ma è CANCEROGENA | Allarme ISDE: se ignori questa scritta minuscola rovini la salute a tutta la famiglia

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Casalinga preoccupata (Depositphotos foto) - www.statodonna.it

Casalinga preoccupata (Depositphotos foto) - www.statodonna.it

Un gesto quotidiano in cucina nasconde un rischio ignorato da molti: ecco cosa dovresti controllare prima di usarla.

Metti su la cena, sistema gli ingredienti, accendi il forno e ti muovi quasi a memoria. Ci sono gesti che facciamo senza pensarci, sempre uguali, precisi. Hanno il sapore della routine, della praticità. E proprio per questo non ci fermiamo mai a chiederci se siano davvero così innocui come sembrano.

Negli ultimi anni si parla tanto di attenzione, di consapevolezza, di scelte sane. Guardiamo le etichette, evitiamo certi ingredienti, scegliamo il biologico. Ma quando si tratta degli oggetti che usiamo ogni giorno, magari proprio in cucina, la nostra soglia di allerta si abbassa. Forse perché sembrano troppo “normali”, troppo banali per essere un problema.

Certe cose, poi, non sono nemmeno evidenti. Un dettaglio scritto in piccolo, una dicitura che sfugge. Eppure, proprio lì può esserci la chiave per capire se stiamo facendo la scelta giusta o se, senza volerlo, stiamo esponendo noi stessi e chi ci sta vicino a qualcosa di rischioso. E no, non è paranoia. È solo… attenzione.

Il fatto è che spesso non ci rendiamo conto che anche il contatto conta. Non solo ciò che mangiamo, ma anche quello che tocca il cibo, che lo cuoce, che lo accompagna. E quel “mezzo” — chiamiamolo così — può nascondere più di quanto pensiamo, specialmente quando le istruzioni, i consigli o le avvertenze sono scritti in caratteri minuscoli e mai letti da nessuno.

Quella scritta microscopica che dovresti controllare

L’ISDE – Associazione Italiana Medici per l’Ambiente – ha pubblicato un Position Paper che ha acceso un campanello d’allarme su un oggetto comunissimo. In molti casi, contiene PFAS, sostanze chimiche utilizzate per rendere i materiali più resistenti a calore, grasso e acqua. Il problema? Sono anche estremamente durevoli… nel senso peggiore del termine.

I PFAS sono detti “forever chemicals” proprio perché non si degradano facilmente. Restano nell’ambiente, ma anche nel nostro organismo, accumulandosi col tempo. Secondo quanto riportato nel documento, queste sostanze sono associate a problemi al fegato, disturbi ormonali, indebolimento del sistema immunitario e perfino patologie tumorali. Francesco Romizi, portavoce ISDE, consiglia di controllare sempre l’etichetta e verificare che sia indicata chiaramente l’assenza di queste sostanze.

Carta da forno (Depositphotos foto) - www.statodonna.it
Carta da forno (Depositphotos foto) – www.statodonna.it

 

L’avviso dei medici e come cucinare senza rischi

Gran parte delle carte da forno contiene Pfas. Al momento dell’acquisto, è preferibile scegliere prodotti che ne riportano in etichetta l’assenza“, queste le parole del portavoce. Non bisogna inoltre superare le temperature indicate dal produttore, né riutilizzare materiali che sono già stati esposti a forti fonti di calore. Ma più in generale, ISDE consiglia di scegliere carte da forno certificate e prive di PFAS, per ridurre i rischi a lungo termine.

E se cerchi alternative, ce ne sono eccome. I tappetini in silicone alimentare, per esempio, sono una valida opzione: riutilizzabili, sicuri e senza sostanze pericolose. Ma anche i metodi più tradizionali tornano utili: un filo d’olio sulla teglia o perfino l’uso di foglie naturali, come quelle di vite o di cavolo. Non solo sono innocue, ma danno anche un tocco di sapore in più. E chissà, magari ti faranno pure riscoprire un modo di cucinare più semplice… e più sano.