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“Mia mamma mi ha prestato l’auto”: non lo puoi fare, 3.000 € di multa e ritiro del libretto | Scatta l’obbligo: devi avere la macchina personale

Prestare l’auto a un familiare può sembrare innocuo, ma ci sono regole precise da rispettare per evitare sanzioni salate.

Quante volte ci siamo trovati nella situazione di prendere in prestito l’auto di un familiare, magari al volo, senza neanche pensarci troppo? Capita, no? C’è chi lo fa per comodità, chi per necessità e chi semplicemente perché “è in casa, tanto è di famiglia”. Ma occhio: non sempre quello che sembra normale lo è anche per la legge. E il confine tra una semplice abitudine e una violazione bella grossa può essere sottile.

In famiglia ci si aiuta, si condivide tutto, pure le auto. Però c’è un problema: le norme stradali non conoscono l’affetto, guardano solo i documenti. Un’auto può passare di mano facilmente tra parenti, ma non sempre si può dire lo stesso per le responsabilità legali che si porta dietro. E non sapere certe regole può diventare un guaio, anche bello costoso.

Spesso si pensa che se una persona ti conosce, ti vuole bene e ti dà le chiavi, allora va tutto bene. Ma non è proprio così. Ci sono limiti ben precisi, e non rispettarli può voler dire beccarsi una multa che ti fa pentire di aver detto “tranquilla, ci penso io a fare la spesa oggi”. Sembra banale, ma non lo è.

E poi, diciamolo, chi va in giro con l’auto della madre o del fratello non si aspetta certo di essere fermato e trovarsi in mezzo a un pasticcio. La legge, però, non fa distinzioni tra “prestito affettuoso” e uso continuativo non dichiarato. E se non hai fatto attenzione ai dettagli, potresti ritrovarti nei guai senza nemmeno sapere bene come ci sei finito.

I rischi

Come riporta anche Rattix Blog, questo tipo di violazioni non è per niente raro. Anzi, molti ci cascano senza neanche rendersene conto. Pensano “è solo l’auto di mia madre”, ma la legge vuole chiarezza. E se usi quella macchina per troppo tempo, e sussistono particolari condizioni, le conseguenze arrivano. E fanno male.

Le sanzioni infatti sono pesanti. Si parte da 700 euro e si può arrivare oltre i 3.000 euro. Ma non è finita qui: ti ritirano il libretto e lo spediscono direttamente agli uffici del Dipartimento dei Trasporti. Addio macchina, almeno per un po’.

Auto e chiavi (Depositphotos foto) – www.statodonna.it

Norme poco note ma fondamentali

Dal 2014, con l’articolo 94 comma 4-bis del Codice della Strada è stato messo nero su bianco che chi guida abitualmente un’auto non sua per più di 30 giorni, e non vive con il proprietario, deve comparire sul libretto. In pratica: se non sei convivente, dopo un mese devi essere ufficialmente registrato come utilizzatore. E questo vale anche per i genitori, che se non sono conviventi per legge risultano “soggetto estraneo”.

Se invece il veicolo è di un convivente — tipo partner o genitore con cui vivi — allora tutto ok: le forze dell’ordine controllano i dati anagrafici e finisce lì. Ma se quella caratteristica non risulta? Allora serve un contratto, una dichiarazione, dei moduli… insomma, un po’ di burocrazia da rispettare. E il rischio di dimenticarlo può farti finire in una situazione spiacevole.

Furio Lucchesi

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