Una Barbie virologa in onore alla co-creatrice del vaccino Astrazeneca!
(In collaborazione con Science CuE – Close-up Enginering)
Oltre alla Gilbert ci sono Amy O’Sullivan (infermiera americana che ha curato il primo paziente Covid a New York), Audrey Cruz (dottoressa americana in prima linea a Las Vegas contro le discriminazioni), Chika Stacy Oriuwa (psichiatra canadese), Jaquelin Goes de Jesus (ricercatrice brasiliana) e Kirby White (medico australiano che ha inventato un camice adatto a chi combatte contro il Covid).
Sarah Gilbert, co-fondatrice di Vaccitech e co-creatrice del vaccino anti COVID-19
Sarah Catherine Gilbert è una biologa e imprenditrice inglese, professoressa di vaccinologia all’università di Oxford, nonché co-fondatrice di Vaccitech. La Vaccitech, fondata nel 2016, è un’azienda attiva nello sviluppo di vaccini e immunoterapie per malattie infettive e cancro, come l’epatite B, l’HPV e il cancro alla prostata, mediante
Allo scoppio della pandemia a Wuhan, in Cina, si è fin da subito adoperata con il suo team di ricercatori presso la Vaccitech, per lo sviluppo di quello che diventerà noto come “vaccino anti COVID-19 AstraZeneca“. Assieme a lei hanno lavorato medici e scienziati, tra cui Adrian Hill, Andrew Pollard, Teresa Lambe, Sandy Douglas e Catherine Green.
Vaccino Vaxzevria
Il nome in codice è AZD1222, mentre il nome commerciale è Vaxzevria. Si tratta di un vaccino a vettore virale basato sull’adenovirus ChAdOx1, sviluppato presso il Jenner Institute dell’Università di Oxford in collaborazione con la società AstraZeneca e l’italiana IRBM Science Park. Il vaccino è entrato della Fase III di sperimentazione nel dicembre 2020. Il 29 gennaio 2021, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha autorizzato l’immissione in commercio.
La nuova Barbie virologa
L’obiettivo della Mattel con queste nuove bambole è quello di scrollarsi di dosso le critiche legate alla figura di una Barbie per lo più stereotipata, lontana dalla realtà. Per molto tempo la Barbie è stata quasi il simbolo di un sogno utopico irrealizzabile, non accessibile a tutte le bambine. Al contrario, queste sei bambole invitano le giovani di tutto il mondo ad inseguire il proprio sogno fin da piccole. Invitano a seguire un modello di donna le cui qualità non sono legate esclusivamente all’aspetto fisico.
La ricercatrice Sarah Gilbert, a tal proposito ha dichiarato: “Voglio ispirare le prossime generazioni di bambine alle carriere Stem, spero che quelle che incontreranno questa Barbie scopriranno quanto le professioni scientifiche possono contribuire al mondo attorno a noi”.
Barbie e la lotta alle differenze di genere
Negli ultimi anni l’azienda si è impegnata a proporre bambole che andassero oltre i classici stereotipi: dalle bambole con taglie più adatte alla realtà, a quelle che indossano il velo islamico, da quelle che svolgono professioni come vigili del fuoco, medici e astronaute, a quelle dalle tonalità di ‘pelle’ più scure o con capelli afro.
Inoltre, seguendo la stessa direzione, fin dal 2018 Barbie continua a promuovere il progetto Dream Gap Project con l’obiettivo di aiutare le bambine a credere in loro stesse. Con queste bambole vogliono mostrare a tutte le giovani che donne prima di loro ce l’hanno fatta e che loro potranno essere le prossime. Risulta evidente come molte aziende ormai stiano lavorando e sfruttando il loro impatto sociale per combattere la lotta contro il gender gap.
Laureanda in Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie. Amante dei viaggi e dell’astronomia, che sogna di diventare una ricercatrice scientifica.