Donne e scienza, l’Italia arranca: una delle percentuali più basse in Europa

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ricercatrici a lavoro

Le stime sono bassissime (pexels.com) - www.statodonna.it

Una situazione allarmante per il panorama italiano; presenza troppo bassa per le donne nell’ambito scientifico sia accademico che lavorativo

Il divario di genere nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) continua a rappresentare una delle principali sfide per l’Italia del nuovo millennio e dei prossimi.

Secondo i dati Eurostat, le donne costituiscono solamente il 34,1% degli scienziati e ingegneri nel Paese, una delle percentuali più basse in Europa. Un vero scandalo, dati i tempi attuali.

Mentre Danimarca e Spagna si collocano ai vertici di questa classifica con circa il 50% di donne impiegate nei settori tecnico-scientifici, l’Italia occupa una posizione sfavorevole, insieme a Ungheria e Finlandia.

Tale situazione desta preoccupazione tra istituzioni e aziende, le quali stanno implementando programmi mirati per incrementare la quota rosa in questi ambiti.

Le Iniziative per Colmare il Divario

All’interno del contesto nazionale, alcune regioni mostrano segni di una maggiore inclusione. Le aree centrali dell’Italia registrano la quota più elevata di donne nelle discipline STEM, pari al 37,9%, seguite dal Nord-Est, con il 35,6%. Anche Sardegna e Sicilia si segnalano con una percentuale complessiva del 35,5%. Tuttavia, il Nord-Ovest presenta un dato deludente, fermandosi al 31,5%, mentre il Sud si attesta al 30,6%. Il settore dei servizi assorbe la maggior parte della forza lavoro femminile nelle discipline tecnico-scientifiche, mentre il comparto manifatturiero impiega una proporzione minore.

Secondo Msn.com, l’Unione Europea si sta attivando per affrontare il problema attraverso strumenti di supporto, quale il requisito di elaborare piani di parità di genere per accedere ai finanziamenti di Horizon Europe, uno dei principali programmi destinati alla ricerca scientifica. Inoltre, organizzazioni come la NATO hanno istituito premi specifici rivolti a donne ricercatrici attive nei settori della sicurezza e della difesa. Tuttavia, rimangono significative difficoltà per le donne nell’accesso a posizioni di leadership nei settori STEM.

ricercatrice al lavoro
La scienza è il futuro (pexels.com) – www.statodonna.it

L’appello alla mentorship

Per promuovere la crescita professionale delle donne in ambito scientifico e tecnologico, l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) insieme all’European Innovation Council (EIC) ha avviato il Women Leadership Programme. Questa iniziativa intende sviluppare competenze e favorire il mentoring tra imprenditrici, investitori e innovatori senior. “Siamo alla ricerca di professionisti esperti e motivati per partecipare al programma come mentori”, si legge nell’appello della Commissione Europea, con scadenza per le candidature fissata al 17 febbraio. Tale supporto potrebbe costituire una svolta per molte giovani donne desiderose di intraprendere una carriera scientifica.

Tuttavia, riporta Msn.com, nonostante le iniziative attualmente in fase di attuazione, l’Italia deve ancora compiere progressi significativi per ridurre il divario di genere nelle discipline STEM. È essenziale che il cambiamento avvenga a partire dall’istruzione, incentivando l’interesse per le materie scientifiche tra le giovani ragazze fin dai primi anni scolastici. Solo mediante una combinazione di politiche efficaci, investimenti appropriati e programmi di mentorship sarà possibile costruire un ambiente più inclusivo e competitivo a livello internazionale. La scienza e la tecnologia rappresentano il futuro e l’Italia non può permettersi di trascurare il potenziale del talento femminile.