Ufficiale Assegno Unico, “Diamo importo massimo a tutti, altro che limiti di ISEE” | Passata la legge epocale

Assegno unico, ecco come funziona (Freepik Foto) - www.statodonna.it
Oggi, anche una semplice somma ricevuta sul conto bancario può avere risvolti inaspettati.
Quello che una volta era un gesto quotidiano – un bonifico da un parente, un rimborso, un piccolo prestito – oggi può trasformarsi in un punto interrogativo, soprattutto se privo della giusta documentazione. Non si tratta di allarmismo, ma di realtà normativa: viviamo in un contesto in cui tutto è tracciato e nulla può più passare inosservato.
La digitalizzazione ha portato enormi vantaggi, ma anche una crescente attenzione da parte delle autorità fiscali. Ogni accredito, anche se legittimo, se privo di spiegazioni solide, può attirare l’interesse dell’Agenzia delle Entrate. Per questo motivo, è importante trattare ogni movimento bancario rilevante con la stessa cura che si riserverebbe a una dichiarazione ufficiale.
Spesso si sottovaluta il potere di una causale ben scritta, di una ricevuta conservata o di un semplice contratto tra privati. Eppure, sono proprio questi i dettagli che fanno la differenza in sede di controlli. Quando non c’è chiarezza, le presunzioni prendono il sopravvento, e tocca al cittadino fare chiarezza, spesso dopo che l’attenzione è già stata attirata.
Conoscere le regole e sapersi tutelare in anticipo è molto più efficace che dover ricostruire a posteriori. Per questo motivo, è utile avere un quadro chiaro su come trattare certi accrediti e, soprattutto, su come evitare che vengano confusi con redditi nascosti.
Non tutto ciò che entra è tassabile, ma serve provarlo
Secondo quanto riportato in un’approfondita analisi pubblicata da Brocardi.it il 26 giugno 2025, ogni accredito sul conto corrente può essere considerato, in prima battuta, come reddito imponibile. Lo prevede il principio di “presunzione legale di redditività”, contenuto nell’articolo 32 del D.P.R. 600/1973 e nell’articolo 51 del D.P.R. 633/1972. In pratica, fino a prova contraria, ogni somma ricevuta è considerata fiscalmente rilevante.
Questo non significa che tutto ciò che ricevi vada dichiarato, ma che in caso di controllo devi essere tu a dimostrare che si tratta di una somma non tassabile. Un regalo da un genitore, il rimborso di una spesa, la restituzione di un vecchio prestito: tutti casi assolutamente legittimi, ma che richiedono prove. Causali chiare, contratti, documenti datati, e tracciabilità bancaria sono fondamentali per evitare che un semplice gesto si trasformi in un accertamento.

Donazioni, prestiti e rimborsi: cosa serve davvero
Sempre secondo Brocardi.it, alcuni casi meritano una particolare attenzione. Le donazioni tra familiari, ad esempio, sono spesso la spiegazione più ovvia di un bonifico. Ma attenzione: per importi rilevanti, è richiesta la forma dell’atto notarile. In mancanza, la donazione può essere considerata nulla sul piano civile e opaca su quello fiscale. Anche per cifre minori, è comunque necessario documentare la disponibilità del donante e il rapporto personale con il beneficiario.
Lo stesso vale per i prestiti tra privati, che devono essere formalizzati tramite contratto scritto, preferibilmente con data certa (registrazione, PEC, firma digitale). È importante anche poter dimostrare che il prestatore aveva effettivamente le risorse per erogare quella somma. I rimborsi di spese anticipate, infine, richiedono documentazione doppia: da un lato la spesa effettuata, dall’altro la prova che il bonifico ricevuto sia una restituzione, coerente per importo e tempistica.